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Ricordando Amadeus: conoscere la cultura rom

Convegno alle scuole Tosi sul tema e sull'inserimento dei piccoli rom in percorsi pedagogici...

Amadeus non è stato dimenticato. A quattro mesi dalla tragica fine del piccolo rom per arresto cardiaco (qui il link alla notizia), l'istituto comprensivo Manzoni lo ha ricordato con un convegno sulla cultura rom e sui possibili percorsi pedagogici di integrazione per i giovani.

«Oggi ricordiamo una disgrazia terribile – ha commentato il direttore generale della Caritas di Milano don Roberto D'Avanzo, aprendo l'incontro alle scuole Tosi -. Ma non siamo qui a fare i buonisti. La nostra azione nasce da un dato di fatto: ci sono presenze altre sul nostro territorio. Bisogna conoscere per garantire dignità e sicurezza sia ai rom che agli autoctoni».

E proprio questo è stato lo scopo del convegno di oggi (sabato 10). Secondo i dati de "Il Sole 24 Ore", in Lombardia sono presenti 14mila rom, 6mila dei quali stanziati tra Milano e provincia. Sul territorio nazionale i rom rappresentano lo 0,2% della popolazione totale (di contro al 2% registrato nell'Unione Europea). Più del 50% dei rom presenti sul nostro territorio, inoltre, vi è stanziato da secoli e solo il 3% del totale vive tuttora come nomade. Uno dei primi documenti della presenza rom nella Penisola risale al 1422: una bolla papale registrava la loro presenza nella zona di Bologna.

Il direttore della Caritas milanese, dunque, ha spiegato come sia indispensabile la conoscenza reciproca per una convivenza inevitabile. «La scuola è il luogo privilegiato per sviluppare progettualità di questo tipo – ha affermato Don D'Avanzo -. I bambini rom ormai vanno a scuola con i nostri, giocano con i piccoli legnanesi. Questo è un passo enorme se si considera che i rom hanno una tradizione di trasmissione della cultura orale e di nomadismo. La stessa conoscenza dovrebbe essere condivisa dalle amministrazioni: bisogna superare sia la logica dell'assistenzialismo, sia quella del "se ne tornino a casa loro" perchè se sono nomadi, qual è casa loro? Quella segnata sul passaporto?».

Insieme a Don D'Avanzo, alle scuole Tosi, era presente anche suor Claudia Biondi, esperta di cultura rom e coordinatrice di progetti per minori con esperienza pluri ventennale. La religiosa ha esposto i fondamenti della cultura rom, una cultura tutta incentrata sul grande pilastro della famiglia e ha sottolineato come sia importante capire l'educazione familiare dei bimbi rom per meglio gestirli all'interno delle scuole.

Redazione
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Pubblicato il 10 Ottobre 2015
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