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Dal neonato all’anziano, l’osteopatia aiuta a tutte le età

Grazie alla dott.ssa Cecilia Pigni conosciamo la professione dell'osteopata, a chi si rivolge e come si può diventare osteopati

Con Smart News Salute conosciamo oggi la professione dell'osteopata grazie alla dott.ssa Cecilia Pigni, osteopata con studio a Castellanza

«L'osteopatia è una terapia manuale olistica – spiega la dott.ssa Pigni -. Con l'utilizzo delle sole mani si va a fare una valutazione e poi un trattamento di determinate problematiche, senza l'utilizzo di nessun altro mezzo. É olistica perché si va a guardare l'interezza del corpo del paziente, quindi se un disturbo si manifesta per esempio nell'area della spalla, non è detto che per forza la causa sia a livello delle spalle e quindi l'osteopata va a fare una valutazione globale di tutto il corpo e dei vari sistemi corporei, per cercare di individuare l'eziologia del disturbo e lavorare su quell'area per cercare di togliere la causa alla base del disturbo del paziente. Questa la differenza con le altre discipline con cui si entra in contatto nella mia sfera di competenza».

L'osteopata si occupa quindi di vari disturbi nei diversi apparati, «sia lo scheletrico, ma anche quello fasciale e l'apparato viscerale dove, con manipolazioni leggere che vanno ad agire sul tessuto connettivo, si va a lavorare a livello di problematiche viscerali per cercare di migliorare la funzionalità dell'organo». 

L'osteopata lavora inoltre sul miglioramento della funzione corporea per «stimolare la salute – aggiunge la dott.ssa Pigni -. Non andiamo a curare situazioni patologiche ma lavoriamo sulla funzione per migliorare la salute e questo lo facciamo con tutte le figure mediche perchè è assolutamente importante la collaborazione e la multidisciplinarietà»

[pubblicita] A chi si rivolge quindi l'osteopata? A tutti, sostanzialmente, dal bambino all'anziano: «Si va dal trattamento del neonato e del bambino nelle prime fasi di vita – spiega l'osteopata – per problematiche come plagiocefalie, coliche o disturbi del reflusso, al bambino in fase di crescita sempre per stimolarlo e per evitare che alcuni piccoli disturbi possano limitarne la crescita. Si rivolge poi all'adulto per tutte le problematiche legate ad uno stile di vita sedentario, quindi per dolori a livello della schiena e delle spalle, mal di testa, ma anche disturbi come il reflusso oppure stitichezza o costipazione. Infine, si aiutano anche le persone nella fase dell'anzianità per tenere sempre mobili e lubrificate le articolazioni». Non solo, anche le donne in gravidanza si possono rivolgere all'osteopata che va a lavorare «per cercare di aiutare il corpo della donna a "sopportare" meglio quelli che sono i cambiamenti legati alla gravidanza e a prepararla meglio alla fase del parto».

La professione dell'osteopata, anche se a dicembre è stata individuata come professione sanitaria, al momento non è ancora riconosciuta a livello italiano come facoltà universitaria. «É però in fase di attuazione il riconoscimento con l'Istituto Superiore della Sanità e con il Miur» sottolinea la dott.ssa Pigni. Per questo motivo, per diventare osteopati si può intraprendere un percorso di cinque anni dopo la maturità oppure dopo aver conseguito un titolo universitario sanitario o in scienze motorie, ci si può affacciare alla formazione part time in 6 anni, sviluppata su seminari. Entrambi i percorsi vengono proposti in scuole private.  

Per maggiori informazioni sulla dott.ssa Cecilia Pigni, cliccare qui

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Pubblicato il 18 Aprile 2019
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