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“Un comandante che non sa farsi seguire si faccia delle domande”

L'ex assessore al bilancio Emanuela Banfi risponde al sindaco Teresina Rossetti...

Accuse rispedite al mittente. Nel dibattito politico sulla crisi in Comune interviene l'ex assessore al bilancio Emanuela Banfi che ribatte al sindaco Teresina Rossetti. Banfi ripercorre le motivazioni che l'hanno portata a rimettere il suo incarico: l'assenza di fiducia, collaborazione e autonomia.

«A differenza di quanto da Lei irrispettosamente ed arrogantemente affermato – scrive Emanuela Banfi in una lettera aperta alla prima cittadina -, non rappresentava per me certo un problema il dovermi occupare di questioni che trovavano la propria origine in fatti o scelte del passato. Né ho affrontate molte, anche complesse e delicate, con la professionalità e la serietà con le quali sono solita lavorare. Il problema è un altro: l'assenza di autonomia e libertà per gestire situazioni nel modo che ritenevo e ritengo più giusto, legittimo e soprattutto corrispondente agli interessi dei cittadini».

L'ex assessore, poi, precisa che non fa parte della parte PD della ex maggioranza, come invece sostenuto dal sindaco e invita la prima cittadina a cercare le cause del «fallimento» della amministrazione in «radici molto più banali e meno nobili». «Capisco, infatti – prosegue Emanuela Banfi –, che oggi vada di moda dare tutte le colpe al PD, ma forse dovrebbe chiedersi perché una lista che nel 2014 aveva 16 candidati ed almeno una ulteriore decina di sostenitori attivi abbia da subito perso la caratteristica del ‘gruppo’ e per strada abbia perso anche quasi tutti i consiglieri. Un comandante che non riesce a farsi seguire dal suo “esercito” si dovrebbe porre delle domande, non può essere sempre colpa degli altri!».

Di seguito pubblichiamo integralmente il testo della lettera.


Gentile Sig.ra Sindaco,

credo francamente che i cittadini siano stanchi di questo "sfogatoio" a mezzo stampa e desiderino solo che l'Ente venga amministrato in maniera efficiente e nel loro esclusivo interesse. È con riluttanza dunque che mi trovo costretta a rispondere ad alcune delle sue recenti esternazioni discutibili nei toni e, soprattutto, fasulle.

Come ben sa, il 1 marzo u.s. ho rassegnato le mie dimissioni per un motivo molto semplice. Non ritenevo più sussistenti le condizioni di fiducia e collaborazione reciproche necessarie all'assolvimento del mio incarico. Il mio senso di responsabilità mi ha dunque imposto di rinunciare ad una carica remunerata.

Scelta che ho assunto con la libertà di chi non ha un passato da difendere (o forse nascondere) né un futuro da garantirsi.

A differenza di quanto da Lei irrispettosamente ed arrogantemente affermato, non rappresentava per me certo un problema il dovermi occupare di questioni che trovavano la propria origine in fatti o scelte del passato. Né ho affrontate molte, anche complesse e delicate, con la professionalità e la serietà con le quali sono solita lavorare.

Il problema è un altro: l'assenza di autonomia e libertà per gestire situazioni nel modo che ritenevo e ritengo più giusto, legittimo e soprattutto corrispondente agli interessi dei cittadini.

Davvero imbarazzante ed irrispettosa anche del lavoro svolto dagli uffici è poi la "chiave di lettura" da lei fornita in merito alle problematiche sorte in occasione della predisposizione del bilancio di previsione dell'Ente.

Per ben 4 mesi la sottoscritta, la dirigente e gli altri membri dell'area servizi finanziari hanno sollecitato gli assessori e gli uffici competenti a fornire previsioni di entrata ed uscita che consentissero la quadratura del documento finanziario.

A più riprese ho richiamato Lei e gli altri membri della Giunta affinché si addivenisse ad una condivisa individuazione delle previsioni di entrata ed uscita. Ancora ad inizio febbraio ho convocato ed incontrato i dirigenti e gli assessori competenti per la condivisione degli aggiustamenti indispensabili alla necessaria quadratura del documento finanziario per poterlo approvare entro i termini di legge (31 marzo p.v.).

A fronte dell'irresponsabile inerzia e dell'atteggiamento quasi ostruzionistico suo e di alcuni membri della Giunta che anziché proporre ipotesi di quadratura continuavano a richiedere continui ed ingiustificati aumenti delle uscite, in occasione della giunta del 23 febbraio u.s. ho presentato un'ipotesi di quadratura esaminata con i servizi finanziari che tenesse conto delle informazioni richieste e pervenute dalle altre aree.

A tal riguardo ho evidenziato che i tagli effettuati nel richiamato documento alle previsioni di uscita comunicate da ciascun assessorato non comportavano alcuna diminuzione rispetto agli importi spesi negli anni precedenti né incidevano su impegni di spesa già contrattualmente convenuti dall'Ente. Anzi, le richiamate previsioni tenevano conto di interventi prioritari che devono ed avrebbero dovuto essere stati eseguiti da anni ma sorprendentemente non ancora effettuati nonostante le disponibilità finanziare previste nei bilanci precedenti e discutibilmente mandate puntualmente in avanzo dai rispettivi assessorati (un esempio tra gli altri: gli interventi relativi alla segnaletica orizzontale e verticale).

La quadratura ipotizzata appariva pertanto ampiamente sostenibile e ragionevole. Ciononostante, con pieno spirito collaborativo, la scrivente e gli uffici si sono resi disponibili ad attendere fino a lunedì 27 febbraio u.s. eventuali controproposte che consentissero comunque la quadratura del bilancio 2017.

In tutta risposta Lei, addirittura, proponeva modifiche che comportavano ulteriori aumenti di spese mentre gli altri assessori ancora presenti nella sua Giunta nemmeno si sono degnati di rispondere.

A me non sembra questo un atteggiamento collaborativo e responsabile che consenta ad un assessore al Bilancio di svolgere efficacemente e responsabilmente il proprio incarico.

Davvero singolare e quasi divertente è poi la sua ultima affermazione con la quale Lei mi attribuisce l’appartenenza al PD.

Premesso che se fossi tesserata PD non avrei nessun timore a dirlo, ma visto il significato negativo che lei attribuisce a questa affermazione allora la invito a documentarsi meglio perché io non sono e non sono mai stata tesserata al PD né a nessun altro partito. Anzi, lei sa bene che la mia candidatura è stata proposta dall'Associazione Insieme per Cerro e Cantalupo e, in particolare, da alcuni di quelli che Lei chiama i "4 dissidenti" e con i quali Lei ha prontamente litigato subito dopo aver vinto le elezioni probabilmente a causa del mancato rispetto di "vostri accordi" (non comunicati alla lista) e del mancato conferimento di incarichi assessoriali.

Parimenti Le ricordo che tra gli Assessori rimasti nella sua giunta c’è un tesserato PD (Marco Lavazza) che mi risulta fosse addirittura segretario del circolo a Cerro Maggiore sino a poco tempo fa' e un ex tesserato PD di lunga militanza (Gianni Croci).

Credo quindi che sia superfluo scomodare la politica. I motivi del suo fallimento hanno radici molto più banali e meno nobili.

Capisco, infatti, che oggi vada di moda dare tutte le colpe al PD, ma forse dovrebbe chiedersi perché una lista che nel 2014 aveva 16 candidati ed almeno una ulteriore decina di sostenitori attivi abbia da subito perso la caratteristica del ‘gruppo’ e per strada abbia perso anche quasi tutti i consiglieri.

Un comandante che non riesce a farsi seguire dal suo “esercito” si dovrebbe porre delle domande, non può essere sempre colpa degli altri!

Quanto sopra per chiarezza.

Avv. Emanuela Banfi

Redazione
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Pubblicato il 14 Marzo 2017
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