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25 aprile: “Ovvio, il 25 aprile non può essere di tutti”

27 Aprile 2018

Direttore, sono francamente disorientato dall’incredibile polemica innescata dall’intervento dello studente durante la celebrazione del 25 aprile.
Come spiega il professor Restelli, il ragazzo ha solo (si fa per dire) trasposto i concetti contenuti nella Costituzione (da molti ritenuti la più bella del mondo) ai tempi  che stiamo vivendo.  
Nulla di più e nulla di meno.
E meno male che qualcuno l’ha fatto! 
E’ ovvio che il 25 aprile (purtroppo) non può essere di tutti:  chi non crede e non pratica quei principi non può sentirsi rappresentato dalla Resistenza che di quella Costituzione è generatrice.  E in cuor mio spero tanto che, con le nuove generazioni, questo giorno così denso per il nostro Paese potrà essere sentito davvero patrimonio comune e di tutti. Purtroppo anche le incredibili polemiche che si stanno scatenando nella nostra piccola Legnano non mi fanno certo essere ottimista.  
E poi non scandalizziamoci se si dice ciò che più volte i fatti, anche riportati dal Suo giornale (si vedano ad esempio gli articoli del 22 gennaio e del 20 febbraio di quest’anno) hanno reso noto a tutti: purtroppo il lavoro nero, irregolare e lo sfruttamento, dalle nostre parti, esiste eccome. Negarlo sarebbe ipocrita ma soprattutto dannoso sia per i lavoratori sfruttati che per gli imprenditori onesti che, per fortuna, non mancano di certo e sono a loro volta danneggiati  da queste pratiche e vittime di concorrenza sleale.
Mi permetta un’ultima nota.
A proposito del Suo commento alla lettera di quella lettrice che avete pubblicato in cui Lei si chiedeva cosa c’entrano le considerazioni contenute nella missiva col 25 Aprile provo nel mio piccolo a sintetizzare: lo studente ha parlato di diritti sanciti dalla Costituzione (coniugati al presente), la Costituzione è nata dalla Resistenza e il 25 Aprile celebra proprio questo grande e variegato movimento di popolo. Tutto qui. 
Grazie per l’ospitalità.

Graziano Dell'Acqua


(m.tajé) Ringraziamo i lettori che stanno intervenendo al dibattitto in maniera costruttiva ed educata. Ringraziamo il sig. Dell'Acqua anche per il tentativo di chiarirci il dubbio alla base delle nostre considerazioni. Resta sempre però la convinzione che in una celebrazione si possa intervenire con un comportamento più ispirato alla positività. Oggi, i nostri giovani possono godere di ambienti familiari, scolastici, associativi di gran lunga migliori rispetto al passato e questo grazie anche a quel 25 aprile. A leggere il pensiero manifestato dagli studenti in piazza sembra invece che attorno a loro ci sia solo una società comatosa. Non è un po' esagerato?

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