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Mutui in Franchi Svizzeri: “Una grandissima fregatura”

9 Marzo 2017

Mutui indicizzati in franchi svizzeri, mascherati da mutui in euro. Sono quelli proposti da una banca inglese che hanno messo in difficoltà migliaia di famiglie in Italia. Il conto legato al cambio tra le valute è infatti altissimo e diventa evidente solo nel momento in cui i firmatari decidono di estinguerlo o di fare una surroga per passare ad un'altra banca. Tra i "truffati" c'è anche la legnanese Laura Cecchi che ha scritto una lettera in redazione per rendere pubblica la sua vicenda e mettere in guardia chi potrebbe trovarsi nella stessa situazione.  

«Una agenzia immobiliare che ha di recente spostato la sede da Legnano a Canegrate – spiega la lettrice –  mi ha presentato i broker di una banca inglese per proporre un mutuo "vantaggiosissimo", denominato mutuo in Franchi Svizzeri, per l'acquisto della prima casa. Tutto ciò avveniva senza che i broker mi spiegassero esattamente il meccanismo malato di questo mutuo, un mutuo di 115mila euro, pari a 360 mesi e una rata da 448 euro mensili, non male per una ragazza sola che guadagna circa 1100 euro al mese. Associato c'è anche un conto deposito che alla fine del mutuo verrà scalato dal capitale residuo». 

La signora ha rogitato il 6 novembre 2010 e solo un anno fa, quando si è informata per la surroga in un'altra banca, si è resa conto che con questo mutuo indicizzato al Franco Svizzero si troverà a pagare, tra circa 8 anni, 30-40 mila euro in più per il cambio valuta, spese di cui nessuno l'aveva informata. Nemmeno sui documenti che riceveva periodicamente dalla banca, infatti, secondo quanto raccontato dalla lettrice, veniva fatto riferimento a questo debito accumulato. 

«Pensavo di avere trovato l'America e invece ho trovato una grandissima fregatura – scrive la donna – E come me quasi 10.000 famiglie in tutta Italia che non ne sono al corrente e che si troveranno a dover pagare le rate aumentate intorno alla metà del mutuo»

Cercando su internet, la signora è risalita ad un gruppo di persone su facebook gestito da due donne che stanno facendo da portavoce per questo problema e che hanno fondato un'associazione consumatori finanziari: TUCONFIN. (www.tuconfin.it)

«Con la presente email – conclude – Non voglio accusare l'agenzia, anzi sono più che convinta che nemmeno loro avessero idea di quale prodotto i broker stessero proponendo ma sicuramente altre persone della zona, sembrando in principio un prodotto vantaggioso, e soprattutto emettendolo anche con stipendi non molto alti e senza garanti, avranno abboccato». 

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