Lucio, consigliere comunale progressista e Ginevra, titolare di un ristorante di moderne tecniche culinarie “extra-sensoriali”, si ritrovano a far fronte ad una situazione che li coglie impreparati: la figlia Camilla, ancora minorenne, rimane incinta di Lushan, diciottenne albanese, che Camilla, inoltre, sposa in segreto. Questa la trama della commedia “Bukurosh, mio nipote”, che ha aperto, sabato 17 novembre, con grande successo e notevole affluenza di spettatori, la stagione di prosa del Teatro Tirinnanzi. 

Interpreti d’eccezione, tra cui Francesco Pannofino nei panni di Lucio ed Emanuela Rossi nel ruolo di Ginevra, e regia di Gianni Clementi, direttore di un altro spettacolo con tematiche analoghe “I suoceri albanesi”. 

La commedia, tra risate e motti di spirito, propone numerosi spunti di riflessione su tematiche attuali e che fanno spesso scalpore nella società contemporanea. La gravidanza in età precoce di Camilla, il confronto e l’integrazione con lo straniero, problema che le famiglie dei due giovani coniugi si ritrovano ad affrontare. A questi si aggiungono poi l’omosessualità di Corrado, ex colonnello in pensione che intraprende delle relazioni con uomini di diverse etnie, la difficoltà economica, causata dalla fallimentare campagna elettorale di Lucio e dalle poche entrate del ristorante della moglie, il difficile dialogo con una figlia adolescente che fatica ad assumersi le sue responsabilità come madre e aspira invece a diventare una fascino blogger di successo. 

La morale della commedia ? Avere un atteggiamento positivo nonostante problemi e difficoltà, come evidenziano i personaggi, che nella scena conclusiva, (una volta nato il bambino, che viene chiamato Bukurosh, adottando quindi un nome albanese), mostrano uno stato di serenità e di gioia, nella loro nuova famiglia multietnica. 

Prossimo spettacolo: “Diario di Adamo ed Eva”, di Mark Twain, con Barbara De Rossi e Francesco Branchetti.