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Busto Garolfo, 25 aprile: “Stiamo in guardia contro l’indifferenza”

La corsa del virus ha fermato cortei e manifestazioni di piazza, sottraendo al paese il tradizionale cerimoniale, ma Busto Garolfo non ha rinunciato a celebrare il 25 aprile

É un 25 aprile a distanza, quello di Busto Garolfo, come quello di tutto il Legnanese. Ma se la corsa del virus ha fermato cortei e manifestazioni di piazza, sottraendo al paese il cerimoniale al quale è abituato, non è comunque mancata un'occasione di riflessione.

[pubblicita]«Resistere significa avere la capacità di rendersi conto quando si verificano circostanze inaccettabili, magari addirittura scandalose, che devono essere combattute con vigore – è stato il messaggio del sindaco, Susanna Biondi, alla cittadinanza –. Resistere vuol dire anche essere pronti a combatterle. Chissà cosa direbbero oggi, a 75 anni di distanza, quei giovani, uomini e donne, caduti combattendo, vedendo il nostro mondo. Somiglia davvero al mondo per cui hanno combattuto? É un mondo di giustizia, di lealtà, di equa distribuzione delle risorse? É un mondo in cui i popoli sono davvero liberi di scegliere e di vedere riconosciuta, ascoltata e compresa la loro cultura? É un mondo in cui i giovani possono guardare fiduciosamente avanti e progettare il loro futuro? La Resistenza non deve solo fare appello alla nostra memoria, deve continuare a farci pensare ponendoci di fronte alle domande da cui dipende il senso stesso della società che stiamo costruendo. In primo luogo deve metterci in guardia contro l'indifferenza, che ci rende immuni all'ingiustizia e alla sofferenza, che soffoca la capacità di indignarci e l'impulso alla lotta per cambiare, per rendere il nostro mondo migliore. Proprio per questo la memoria della Resistenza può accendere l'entusiasmo e il calore di chi ancora crede nella civiltà, che non si risolve in pratiche di formale buona educazione o di rispetto delle regole, ma che si nutre di amore per l'umanità, del senso di dignità della persona e dell'indignazione quando questa dignità viene calpestata. Il 25 aprile non può e non deve essere solo un'occasione per ricordare il passato, ma deve condurci ad una riflessione sul presente per costruire un futuro in cui i valori della Resistenza e della Liberazione possano affermarsi in modo sempre più pieno e compiuto».

Anche il corpo musicale Santa Cecilia, che quest'anno a causa della pandemia non ha potuto suonare al tradizionale corteo, ha voluto mandare un messaggio «messaggio di ricordo e di unità per la comunità» al paese, e l'ha fatto attraverso un video, nato dal montaggio dei singoli video con i quali ogni membro del corpo musicale ha registrato la propria esecuzione dell'inno nazionale da casa.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2020
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