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Processo Fratus, parla il consulente della difesa: «Regole rispettate»

Nessun vizio nelle procedure secondo la testimonianza del consulente Giuseppe Ferrari - Sentiti anche l'ex assessore Colombo e la segretaria del sindaco Isabella Nebuloni

L'ex sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, il suo vice Maurizio Cozzi e l'ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini «si sono attenuti ai regolamenti» e nelle procedure che otto mesi fa hanno fatto scattare gli arresti «non si rilevano vizi dal punto di vista della regolarità amministrativa». Tutt'al più, in qualche caso, negli atti è stata usata una terminologia «esondante». A spiegarlo in aula, durante l'udienza di lunedì 27 gennaio del processo che vede imputati i tre ex amministratori è stato Giuseppe Ferrari, professore di diritto costituzionale all'Università Bocconi, sentito oggi davanti al giudice Daniela Frattini come consulente della difesa Fratus.

[pubblicita]       In un dibattito all'ultima sentenza, prima con l'avvocato Alessandro Bernasconi, legale di Fratus, e poi con il pubblico ministero, Nadia Calcaterra, il consulente ha vivisezionato dal punto di vista amministrativo tutti gli step che hanno portato alla selezione di Enrico Barbarese come dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni, alla selezione – interrotta dalle indagini – del direttore generale di Amga e al conferimento dell'incarico di direttore artistico del Comune a Flavio Arensi. Concludendo, appunto, che secondo il suo parere – evidentemente di segno opposto a quello del sostituto procuratore che ha coordinato l'inchiesta, secondo cui le selezioni sarebbero state pilotate – nelle procedure irregolarità non ce ne sono state.

Al banco dei testi oggi si sono accomodati anche l'ex assessore alla cultura Franco Colombo e la segretaria del sindaco Isabella Nebuloni. Con Colombo sono stati ripercorsi i momenti salienti del suo assessorato dal suo insediamento fino alle dimissioni di gennaio 2019: la mostra sui fumetti Hugo Pratt, quella dedicata all'Alfa Romeo e i passi per la realizzazione di quelle mai arrivate a vedere la luce di Paladino, Pomodoro e Isgrò (sostituito in corsa con Bodini per aver reso, secondo quanto è stato ai tempi riportato all'ex assessore, «dichiarazioni contro la Lega»). 

Il medico legnanese, che alla tornata elettorale del 2017 fu il più votato dai suoi concittadini, ha ricordato anche i momenti di tensione vissuti all'interno della maggioranza a fine 2018 per il piano industriale per il salvataggio di Accam, che avevano portato l'ex primo cittadino a prendere in considerazione l'ipotesi di dimettersi.

La segretaria del sindaco, invece, è stata chiamata a rispondere delle «lamentele» sentite sulla «competenza» del segretario comunale Enzo Marino, di quelle sull'operato e sul coordinamento dei dirigenti e, soprattutto, sul decreto di nomina di Enrico Barbarese, inviato al sindaco, che quel giorno era a Roma per trattare la questione relativa alla Franco Tosi. Decreto la cui firma era stata tassativamente richiesta dal dirigente dell'ufficio personale per il giorno stesso.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Gennaio 2020
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