Spostano capitali e investimenti e premiano i primi della classe. Sono gli indici e i ranking sulla competitività, sull’attrattività, e sull’innovazione, che vedono troppo spesso l'Italia ai margini delle classifiche internazionali. Addirittuta al 46esimo posto (secondo l'Ease of Doing Business), alle spalle di Paesi come Macedonia e Kosovo.

Eppure, basta scavare un po' più a fondo per dimostrare che non è così. Martedì sera, 22 maggio, alle Robinie di Solbiate Olona, Valerio De Molli, managing partner e Ceo The European House – Ambrosetti, ha presentato, nell'ambito del meeting promosso dal Lions Legnano Host, il Global Attractiveness Index (Gai). Secondo questo indice, che prende in considerazione oltre 100 indicatori, il Belpaese si posiziona ben più in alto, al 16esimo posto su 144 Paesi per attrattività: «Il Paese Italia – ha spiegato De Molli – è la seconda potenza manifatturiera d'Europa, è un Paese che costruisce e non distrugge, con una ricchezza industriale molto importante». Evidenze che emergono analizzando in profondità dati e numeri che in molti casi vengono invece comunicati in modo superficiale, prestando il fianco a classifiche «fuffa» che non restituiscono una immagine positiva dell'Italia imprenditoriale. 

«Voi che siete i rappresentanti del business, avete il dovere di raccontarlo al meglio: dovremmo essere più orgogliosi di quello che facciamo», è stato l'appello, rivolto ai presenti in sala, del giornalista del Corriere Della Sera, Ferruccio De Bortoli, altro illustre ospite del meeting. Detto ciò, è sempre possibile fare meglio e per competere anche con le più grandi potenze mondiali «occorrono azioni fiscali molte mirate e serie, così come andrebbe digitalizzato il fisco e si dovrebbe giocare sull'innovazione», ha quindi esortato Luigi Casero, viceministro dell'Economia e delle Finanze. 

Una serata che ha portato una sana sferzata di ottimismo, in un momento politicamente difficile: «Magari non siamo i primi in tutto, ma siamo tra i primi in tanti settori – è stato il commento di Piero Re Fraschini, presidente del Lions Legnano Host -. Basta pensare al mercato delle auto: a Maranello si costruistono le Ferrari, non si assemblano pezzi fatti altrove, e si vince».