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Impianto Forsu in via Novara, nel 2020 entrerà in funzione

Con la variante al progetto, l'ingresso all'impianto è stato spostato per non creare code di camion VISITA A FAEDO, GLI STUDENTI TOCCANO "CON MANO" IL COMPOST PRODOTTO  

Nel 2020 sarà pronto ad entrare in funzione l'impianto biometano che sarà costruito nei campi di via Novara. La struttura sarà simile a quella di Faedo, in Trentino, visitata lunedì 7 maggio da una delegazione legnanese composta dai tecnici di Amga, dall'assessore all'ambiente di Legnano, Gianluca Alpoggio, e da studenti e docenti del terzo anno (Cat) dell'Istituto Dell'Acqua, protagonisti del progetto Legnano Biometano for Students. 

A Legnano i lavori partiranno a dicembre 2018 e dureranno circa 380 giorni, al termine dei quali sarà possibile effettuare il collaudo. L'inizio del cantiere potrebbe subire alcuni ritardi rispetto alle previsioni a causa della variante del progetto fatta per portare alcune migliorie: «All'ingresso di via Novara verrà creata una strada perpendicolare per consentire di spostare più internamente l'ingresso all'impianto e gestire meglio il traffico con l'attesa dei camion all'interno – spiega Alpoggio –. Sono state inoltre riviste le dimensioni della struttura. Quello di Legnano, comunque, sarà nettamente migliore rispetto a quello visto a Faedo: la digestione anaerobica consentirà un recupero di 40mila tonnellate all'anno di Forsu e 12.400 tonnellate all'anno di verde». 

Il progetto Legnano Biometano, che sarà realizzato da Asja Ambiente Italia, in partnership con Amga Legnano e Aemme Linea Ambiente, consentirà di produrre biometano e compost di qualità, tramite la lavorazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu). Il compost potrà essere utilizzato in agricoltura in sostituzione dei fertilizzanti chimici, mentre il biometano potrà essere usato per la produzione di energia elettrica, per riscaldare e per l'autotrazione. L'impianto servirà tutti i comuni di bacino, sia soci di Amga sia consorziati con Aemme, ma sarà data disponibilità anche ad altri comuni della Città Metropolitana. 

A Faedo, nel 2012 (anno di realizzazione), erano sorti comitati per fermare la costruzione dell'impianto per la paura dell'odore ma anche di possibili patologie. Così come in Trentino l'aria prodotta nelle macchine viene aspirata, anche a Legnano sono state scelte particolari strutture e tecnologie per l'abbattimento delle emissioni odorigene e per tutelare l'ambiente: sistemi di depurazione e di captazione delle arie con torri di lavaggio e biofiltri, porte ad impacchettamento a ogni varco ed edificio di trattamento dei rifiuti in totale isolamente atmosferico. 

Redazione
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Pubblicato il 09 Maggio 2018
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