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Qualità dell’aria a Legnano: i dati rilevati da Arpa

Superata per 7a giorni in un anno la soglia di Pm10, alto il benzo(a)pirene, tra le cause la troppa combustione a biomassa...

Sono stati recapitati nei giorni scorsi al Comune di Legnano i risultati della campagna di monitoraggio della qualità dell’aria che l’Amministrazione comunale aveva richiesto ad ARPA Lombardia con lo scopo di integrare e confrontare i dati delle stazioni fisse di rilevazione degli inquinamenti presenti sul territorio con le misure di PM10, PM2.5 e degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Tale campagna, condotta dal Centro regionale per il monitoraggio della qualità dell’aria di ARPA Lombardia, si è svolta i due momenti: dal 21 gennaio al 22 febbraio 2016 e dal 16 giugno al 19 luglio 2016. Nel documento allegato vengono presentati i risultati principali relativi alle misure di PM10, la cui soglia è stata superara per 74 giorni in un anno, il PM2.5 nella norma, e il benzo(a)pirene. Quest'ultimo presenta una  concentrazione media invernale alta rispetto ai limiti consentiti. 

DOVE E QUANDO – Le misure sono state effettuate mediante un laboratorio mobile provvisto di vari analizzatori automatici. La strumentazione utilizzata dal laboratorio mobile è del tutto simile a quella presente nelle stazioni fisse della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria (RRQA) e risponde alle caratteristiche previste dalla legislazione vigente. Il laboratorio mobile è stato posizionato in via Castello, angolo via Pietro Toselli. L’area, in prossimità della strada provinciale SP12, è interessata da diverse attività tra cui lo svolgimento di un mercato nel parcheggio adiacente. Inoltre, sia la strada statale SS33 che l’autostrada A8 scorrono a poche centinaia di metri in direzione ovest.

La rilevazione richiesta ad ARPA è collegata ad una delle proposte (“Respiriamo per vivere, non per morire”) votate dai cittadini nel corso della prima edizione del Bilancio Partecipativo. A fronte di un ulteriore e dettagliato approfondimento tecnico-giuridico, era purtroppo emersa la non eseguibilità della proposta, che consisteva nell’acquisto di una centralina, poiché le rilevazioni non sarebbero state certificate. Si era perciò convenuto di orientare parte delle risorse verso la riqualificazione delle rilevazioni sugli inquinamenti PM10 – PM 2,5 – IPA nel territorio cittadino da parte di ARPA.

La media del PM10 – Mediante un lavoro di interpolazione dei dati è stato possibile effettuare una stima del valore di concentrazione media annuale nel sito temporaneo di Legnano: il risultato è stato di 34 μg/m3 con una probabilità oltre il 99% di rispettare il valore limite annuale. Analogamente è stata fatta una previsione del numero di superamenti del valore limite giornaliero nell’arco di un anno, risultata pari a 74 giorni di superamento. Pertanto, la stima della concentrazione media annuale ha rispettato il valore limite annuale mentre la stima del numero di superamenti del valore limite giornaliero non ha rispettato la soglia massima di 35 giorni imposto dalla normativa. «Questi risultati – scrive Arpa nella relazione – sono in linea con quelli delle principali stazioni urbane da traffico dell’Agglomerato di Milano, senza presentare locali criticità se non quelle comuni a tutto il territorio circostante».

PM2.5 – Analogamente è stata stimata la concentrazione media annuale del PM2.5: il risultato è stato pari a 20.9 μg/m3 con una probabilità oltre il 99% che il limite annuale di 25 μg/m3 non sia stato superato. In Lombardia, 13 siti dei 35 totali della RRQA hanno superato tale soglia (37% delle stazioni), pertanto, le valutazioni fatte per il PM10 possono essere estese in linea generale anche al PM2.5: «Le concentrazioni rilevate a Legnano – riferisce Arpa – rientrano nella variabilità regionale presentando le medesime criticità di tutta pianura padana lombarda

Benzo(a)pirene La stima della concentrazione media annuale del B(a)P è stata di 0.96 ng/m3 con una probabilità del 61% circa di rispettare il valore limite annuale di 1 ng/m3. In Lombardia, 3 siti dei 13 totali della RRQA hanno superato tale soglia (23% delle stazioni). Le concentrazioni misurate nel periodo estivo sono risultate sempre inferiori al limite di rilevabilità della tecnica analitica utilizzata, pari a 0.105 ng/m3, analogamente a gran parte dei siti regionali. Questo è dovuto alla forte volatilità di tale composto favorita da elementi quali alte temperature e luce. La concentrazione media su tutto il periodo di misura invernale è stata di 2.2 ng/m3, valore maggiore rispetto a quanto registrato mediamente nelle stazioni di Milano (poco meno di 1 ng/m3) ma in linea con molte delle stazioni poste a nord del capoluogo. Per molte di queste le alte concentrazioni di B(a)P sono state associate, da studi effettuati in precedenza, alla combustione della biomassa e in particolare della legna. «Per stabilire se anche a Legnano l’origine del benzo(a)pirene sia attribuibile prevalentemente alla combustione della biomassa, oppure a un altro tipo di sorgente (traffico veicolare, produzione industriale, etc.), – precisa l'agenzia per l'ambiente – sarebbe necessario effettuare ulteriori analisi chimiche sulla composizione del particolato atmosferico raccolto su filtro, a esempio mediante spettrometria a fluorescenza X e cromatografia ionica, al fine di individuare potenziali composti traccianti delle varie sorgenti emissive».

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Dicembre 2016
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