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The Irishman, l’apoteosi del gangster movie

A brillare sono i pilastri di Hollywood, Al Pacino e Robert De Niro - Fantastico anche Joe Pesci nel ruolo di Buffalino

The Irishman è l’apoteosi del gangster movie. Non potrei definirlo in altro modo. Martin Scorsese, il regista di quest’opera riesce a concentrare la sua idea di cinema e tutta la sua arte in un’unica soluzione. Il film è prodotto da Netflix ed ha una durata di quasi 3 ore e mezza. Travolgente e incontrollato, come un fiume in piena, The Irishman travolge lo spettatore, che resta incredulo sulla poltrona.
 
La pellicola è tratta dal libro I Heard You Paint Houses di Charles Brandt (mai uscito in Italia), in cui viene raccontata la vera storia del killer della mafia Frank “The Irishman” Sheeran, il quale sarebbe stato uno dei coinvolti nella scomparsa e nella morte del noto sindacalista Jimmy Hoffa (interpretato da un pazzesco Al Pacino) nel 1975. Il film però ci racconta di più.
 
Un indimenticabile Robert De Niro, ormai vecchio e malfermo ci narra la sua vita con continui flashback. È seduto su una sedia a rotelle in una stanza spoglia, mentre parla si rivolge direttamente in macchina e inizia a ripercorrere il suo passato. Lui e Russell Bufalino (un notevole Joe Pesci) sono in viaggio in macchina da una parte all’altra degli Stati Uniti con le compagne. Sono diretti a Detroit, per partecipare al matrimonio di Bill Buffalino.
 
Durante il viaggio il protagonista ripercorre la sua vita, dall’inizio quando era un trasportatore di carni all’apice della carriera, al vertice di un comitato del sindacato americano. The Irishman è un diario per immagini, la confessione del sicario (Frank). Attraverso il suo racconto vengono rivelati lo strapotere e le infinite connessioni tra mafia e politica.
 
[pubblicita]         Martin Scorsese salta da un episodio all’altro: dagli eventi banali passa ai momenti decisivi, in modo tale da fonderli. Frank è il cuore e la lente per capire The Irishman. Attraverso le sue memorie il pubblico vede frammenti di vite che ripercorrono la piccola e grande storia: quella di uomini comuni, come Frank, quella dei potenti poi dimenticati, come Jimmy Hoffa, e quella dei grandi della storia, come i fratelli Kennedy, lasciati sullo sfondo. Tutti sembrano però crollare sotto al grande peso del Destino. Ciò che rimane è la solitudine e i rimorsi con cui è necessario convivere.
 
A brillare sono i pilastri di Hollywood, Al Pacino e Robert De Niro. La loro performance raggiunge uno tra i più alti picchi del cinema dei nostri giorni. Non possiamo aspettarci altro, visto che sono magistralmente diretti da Martin Scorsese. The Irishman è la sua “pellicola testamento”. Fantastico anche Joe Pesci nel ruolo di Buffalino.

Ma allora la pellicola non ha difetti? Potrei segnalare un “ringiovamento digitale” non particolarmente convincente, sopratutto De Niro, professione spietato killer, non ha proprio movimenti rapidi in alcune scene. Dovendo ringiovanire gli attori, alcuni di loro si ritrovano con facce plasticose dovute alla post produzione, si poteva fare meglio.

Nella durata potremmo trovare un altro aspetto che potrebbe far storcere il naso, ben 209 minuti. 
Chiamiamoli “problemi". 
Gli amanti del genere sicuramente troveranno una gran pellicola tutta da gustare in un solo lungo respiro. 

La visione è consigliata in lingua originale. Ascoltare i protagonisti che cercano di parlare in italiano non ha prezzo, magnifici!

Voto: 8.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Dicembre 2019
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