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“Rocketman”: musical sopra le righe, pieno di eccessi

Un film biografico sulla turbolenta vita di Sir Elton John, all’anagrafe Reginald Dwight

 “Rocketman” è il film biografico sulla turbolenta vita di Sir Elton John, all’anagrafe Reginald Dwight. 
Direte voi. Hai aspettato un po' prima di vederlo. All’inizio non ero molto convinto, ma poi. 

È la storia di un ragazzo del Middlesex cresciuto con i nonni materni, con un’infanzia non affatto facile. Sono i genitori a fargli conoscere la musica, la madre infatti era una fan di Elvis. 
Studia pianoforte al prestigioso conservatorio di Londra e nel 1962 comincia ad esibirsi nei pub con la sua band, i Corvettes. 
Stufo di suonare come supporto, nel 1967 risponde ad un annuncio pubblicato dalla Liberty Records per giovani solisti. Grazie a loro inizia la lunga e prestigiosa collaborazione con l’autore Bernie Taupin. 
Insieme sformano grandi successi, come “rocket-man”, “crocodile Rock”, “your song” o “candle in the wind”.

Rocketman è un musical sopra le righe, pieno di eccessi. Un film che riesce abilmente a raccontarci la vita privata di Elton, fatta di abusi di alcol e droghe, ed il successo mondiale. Un conflitto interiore che il regista Dexter Fletcher mostra magnificamente con l’aiuto delle musiche di Matthew Margeson e le scenografie di Marcus Rowland. 

[pubblicita]       Ottima l’interpretazione di Taaron Egerton, che meriterebbe almeno una candidatura al prossimo Oscar, come il suo collega di biopic Rami Malek. 
Il protagonista si districa molto bene tra le canzoni di successo, i concerti, la vita da rock star ed i momenti solitari e privati. 
Fantastici i costumi, tutti molto kitsch anni 70, come quello arancione con pailettes, ali piumate e corna che si vede nella scena iniziale. 
Belle le coreografie, in stile musical di Broadway. 
Degna di nota anche la performance di Richard Madden, il Cosimo de “i medici”, nei panni di John Reid, il manager e “amico” del cantante. 

La regia di Fletcher però è molto convenzionale, il tutto a favore del pubblico. 
Il regista infatti crea attorno alla vita della rockstar un grande show. Il flusso di immagini è continuo, senza sosta. Lo spettatore è coinvolto nella pellicola. 
Interessanti anche i flash-back tra il presente, la sala della rehab newyorkese dove Elton si reca al inizio del film per superare le sue dipendenze, e la vita fino a quel momento. 

Beh. Se siete nostalgici degli Anni 70 o amate le canzoni di Elton John non vi resta che andare a vedere questo film. 

Voto : 6 e 1/2

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Luglio 2019
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