Toccato il fondo? Si può soltanto risalire. La sconfitta di Cislago e la contemporanea vittoria di Nerviano con Gazzada, infatti, hanno fatto sì che la Pallacanestro Cerro Maggiore sia ora all’ultimo posto in classifica. In solitaria. Biancoblu messi spalle al muro, ma al tempo stesso consapevoli di remare tutti nella stessa direzione con la volontà di uscire quanto prima dal momento più che difficile. Questo è emerso dal confronto avuto in settimana tra società, staff tecnico e giocatori. Fiducia rinnovata, Roberto Legramandi a lavorare con la squadra in settimana e ora la speranza che il parquet domenica possa dare un responso positivo.

Al PalaOlympia, peraltro, arriva proprio Nerviano. Tre vittorie e sette sconfitte il record della squadra di Marco Morganti. Un inizio di stagione che, verosimilmente, non è in linea con le aspettative se la volontà di Nerviano era quella di finire tra le prime otto. Classifica corta, vero, e al tempo stesso la vittoria su Gazzada può essere la scossa alla stagione. L’innesto di Priuli è stato il colpo che ha fatto alzare l’asticella in estate. L’ex Sangiorgese viaggia a poco meno di 13 punti di media a partita ed è sicuramente punto di riferimento di una squadra che fa anche del tiro da fuori uno dei suoi punti di forza. Guidi (ex Legnano) e Corno le altre bocche da fuoco, con Cerro Maggiore che dovrà limitare il talento offensivo dei prossimi avversari.

«Abbiamo l’obbligo morale di provare a conquistare i due punti. Servirà mettere sul parquet cuore e un atteggiamento sfrontato cercando di lasciarci alle spalle tutte le cose negative che ci stanno accompagnando in questo inizio di stagione», le parole dello staff tecnico di Cerro Maggiore. Scacciare i pensieri negativi con la volontà di voltare pagina. Pur senza capitan De Tomasi: il “Toro” è ancora ai box e verrà valutato dallo staff in vista della sfida di Basiglio. La testa, però, è rivolta soltanto a domenica pomeriggio. Alle ore 18 la palla a due. Cerro Maggiore chiede aiuto anche ai suoi tifosi per cercare di invertire la rotta.

Paolo Zerbi