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“Niente scherzi sul Giudice di Pace”

L'avv. Brumana presidente del Comitato Pro Giudice di Pace sorpreso dal parere richiesto alla Corte dei Conti...

Torna a "tuonare" l'avv. Franco Brumana, presidente del Comitato pro Giudice di Pace, dopo aver appreso della decisione dei Comune di Legnano di chiedere un parere preventivo alla Corte dei Conti sulla regolarità della procedura attivata per il ripristino dell'Ufficio in città. Di seguito, un comunicato diffuso in serata.


Sorprende che nel consiglio Comunale sia stato riferito che è stato chiesto un parere preventivo sulla regolarità della decisione di ripristinare il Giudice di Pace.
Evidentemente si è considerata l’ultima parte dell’art.2, comma 1 bis, del D.L. 192/2014 nella quale si prevede che all’attuazione del ripristino del Giudice di Pace si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Questa disposizione è ripetuta in molte disposizioni degli ultimi tempi e risponde alle esigenze di “spendig review”.

Lo stesso art.2 prevede che il Comune richiedente il ripristino del Giudice di Pace deve farsi integralmente carico delle spese di funzionamento dell’ufficio e deve mettere a disposizione il personale amministrativo.

Quindi è evidente che il comune di Legnano può mettere a disposizione queste risorse perchè sono previste esplicitamente dalla legge.

Non può solamente esorbitare dalle sue attuali disponibilità.

Quindi non vi sono ragioni che giustifichino la richiesta di parere preventivo alla Corte dei Conti se il Comune rispetta (e può farlo senza la minima difficoltà) i limiti imposti dalla legge.

La richiesta di questo parere quindi può essere la manifestazione del fatto che qualcuno ha mal digerito la scelta del ripristino del Giudice di Pace ed ora inventa problemi inesistenti magari con il retropensiero della soddisfazione che proverebbe nel caso in cui il parere della Corte dei Conti fosse negativo.

Sarebbe interessante leggere questa richiesta di parere per verificare che non sia stata formulata in modo equivoco e tale da condizionare negativamente la risposta.

In alternativa la richiesta di parere può essere stata dettata da errori commessi negli atti del Comune e nel mancato rispetto di quanto prescrive il decreto legislativo.

Se per esempio i dipendenti prescelti per il trasferimento al Giudice di Pace svolgessero attualmente mansioni indispensabili e insostituibili, quali i servizi alle persone, e se, come conseguenza del loro trasferimento, il Comune dovesse appaltare a terzi questi servizi con costi non previsti nel bilancio, si potrebbe realizzare una violazione della disposizione che impone di permanere nell’ambito delle risorse disponibili.

La soluzione della questione è banale perché risulta che molti dipendenti comunali sono disponibili ad essere trasferiti e quindi si possono selezionare facilmente quelli che non comportano alcun problema.

In conclusione sarebbe inconcepibile che l’attuale Amministrazione Comunale non sia in grado di condurre a termine con diligenza gli adempimenti per il ripristino del Giudice di Pace.

Ancora più grave sarebbe un comportamento non negligente, ma doloso e quindi tale da costituire un tentativo di sabotare la scelta del Consiglio Comunale.

In entrambi i casi la Giunta ed i dirigenti farebbero bene a dimettersi immediatamente. Ciò detto, credo e spero che i nostri Amministratori Comunali sapranno compiere ogni adempimento necessario e meritarsi l’apprezzamento dei cittadini rendendosi conto perfettamente che non si può scherzare su una questione così rilevante.

La richiesta assurda di parere alla Corte dei Conti risulterà solo un piccolo incidente di percorso o magari un segnale di qualche residuo malumore da parte di qualcuno.

Avv. Franco Brumana

Redazione
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Pubblicato il 07 Ottobre 2015
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