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Ex consigliere del Pd tra i 13 indagati per ’ndrangheta

Adissi si era dimesso dalla carica - Adesso è accusato di riciclaggio e abuso d'ufficio - Le dichiarazioni del sindaco...

Anche l'ex consigliere del Pd di Rho, Luigi Calogero Addisi, tra i 13 indagati per associazione di tipo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di denaro di provenienza illecita, abuso d'ufficio, favoreggiamento, minacce e danneggiamento mediante incendio.

E' quanto ermerso in giornata a conclusione dell'operazione anti 'ndrangheta svolta dai Carabinieri nelle province di Milano, Como, Monza – Brianza, Vibo Valentia e Reggio Calabria su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Milano, nei confronti di altrettanti indagati per associazione di tipo mafioso. L'indagine e' diretta dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini.

Al centro delle indagini del ros due sodalizi della 'ndrangheta radicati nel comasco, con difffuse infiltrazioni nel tessuto economico lombardo. accertati, tra l'altro, gli interessi delle cosche in speculazioni immobiliari e in subappalti di grandi opere connesse ad expo 2015.

Il politico, che lo scorso mese di aprile rassegnò le sue dimissioni dal Consiglio rhodense, è stato accusato di riciclaggio e abuso d'ufficio con l'aggravante di aver favorito l'associazione mafiosa in quanto avrebbe riciclato denaro atto all'acquisto di un terreno nella zona di Rho per poi votare a favore in Consiglio comunale della destinazione d'uso che ne avrebbe aumentato il valore.

In giornata, dal Comune di Rho, sono arrivate le dichiarazioni di estraneità ai fatti del sindaco Pietro Romano riportate integralmente di seguito.


Le accuse mosse all’ex consigliere comunale Luigi Addisi, per quanto ho potuto apprendere dai comunicati stampa e dagli elementi finora resi noti dalla Procura della Repubblica, riguardano il reato di abuso d’ufficio aggravato che lui avrebbe commesso al momento della votazione della delibera di approvazione del PGT del Comune di Rho. In particolare il consigliere Addisi avrebbe omesso di astenersi dalla votazione pur avendo un interesse diretto, quale socio occulto, in un’operazione immobiliare connessa alla ristrutturazione del Palazzo Gorani di Lucernate.

Anzitutto né io né alcun altro membro della mia amministrazione eravano a conoscenza dell’interesse di Addisi in tale operazione. Prima della votazione in Consiglio Comunale avevo anche inviato una lettera a tutti i consiglieri ricordando il loro specifico dovere di astenersi in caso di interesse diretto o indiretto connesso al nuovo PGT. Tale dovere era stato anche ricordato prima dell’inizio della discussione in aula. In secondo luogo devo escludere nella maniera più categorica che l’ex consigliere Addisi abbia avuto la possibilità, nemmeno minima, di influenzare le scelte sul PGT il cui percorso è stato assolutamente trasparente ed improntato al cosiddetto “consumo zero” e quindi senza dar vita ad alcuna speculazione edilizia.

Addisi si è mai fatto portatore né in Consiglio Comunale né nella precedente fase di confronto di istanze particolari a favore di chicchessia. Per quanto riguarda nello specifico i fatti contestati posso dire che la ristrutturazione del Palazzo Gorani di Lucernate era stata già autorizzate nel 2009 (quindi 4 anni prima dell’approvazione del PGT) anche se i lavori dopo poco si erano fermati e che il nuovo PGT ha solamente riconfermato la precedente destinazione urbanistica ovvero quella di “Nuclei di Antica Formazione” al fine di una massima salvaguardia.

Per tale motivo quell’area non fu oggetto di alcuna discussione politica e nemmeno di specifiche istanze o osservazioni da parte dei proprietari e tanto meno di Addisi. Nessuna speculazione sarà quindi possibile su tale immobile. Vi è stato invece un cambio di destinazione urbanistica di un’area di circa mq 1.500 retrostante lo stesso Palazzo Gorani. Tale area nel PRG era destinata a “mitigazione industriale” ed il PGT l’ha trasformata in area industriale con esclusione quindi di insediamenti residenziali. Ciò è stato frutto della decisione tecnica e di carattere generale che ha portato all’eliminazione di tutte le aree con la medesima destinazione (“mitigazione industriale”), per lo più aree “cuscinetto”, che sono state inglobate nei confinanti comparti industriali e ciò per consentire eventuali sviluppi ed ampliamenti delle attività produttive.

Questo al pari di quanto avvenuto per le aree che erano nel PRG classificate come “verde privato” che sono state inglobate nel tessuto residenziale esistente e ciò per una complessiva operazione di semplificazione delle destinazioni urbanistiche. Posso quindi assicurare, a nome mio e di tutta la mia amministrazione, che in nessun momento, né pubblico né privato, si è discusso in modo specifico di queste aree e che nessuno, come detto, era a conoscenza dell’esistenza di interessi, a quanto pare comunque occulti, dell’ex consigliere Addisi.

Le scelte sul PGT, come su ogni nostro altro atto amministrativo, sono state compiute nell’esclusivo interesse della città, e senza subire alcuna influenza o condizionamento esterno. Resta ovviamente l’amarezza e la forte preoccupazione per i fatti portati alla luce da questa indagine che non possono che farci riflettere sulla necessità di una sempre maggiore attenzione.

Sindaco di Rho – Pietro Romano

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Ottobre 2014
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