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Confindustria: innovazione e tradizione per la ripartenza dell’imprenditoria

I due concetti sono stati ripresi durante l'Assemblea annuale di Confindustria Alto Milanese, all'interno di una tavola rotonda...

"Innovare nella tradizione": un modo di vivere e un traguardo in continua crescita nella realtà attuale. Due concetti ripresi questa mattina, martedì 21 ottobre, durante l'Assemblea annuale di Confindustria Alto Milanese, tenutasi in Famiglia Legnanese.

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LEGNANO: ASSEMBLEA CONFINDUSTRIA OTTOBRE 2014 4 di 35

Ad aprire la cerimonia i saluti del sindaco di Legnano Alberto Centinaio, che ha ricordato come l'Alto Milanese sia una delle culle storiche dello sviluppo industriale italiano ed europeo. «Nei prossimi mesi – ha aggiunto – vi sarà una scommessa legata alla nascita della Città Metropolitana, un appuntamento che non possiamo perdere, soprattutto riferendoci al sostegno al mondo produttivo».

In avvio ai lavori anche la relazione di Matteo Sarzana, direttore generale di Zooppa.com, su come la disintermediazione ha cambiato il mondo, restituendo potere a tutte le persone.

L'Assemblea quest'anno ha portato come tema di approfondimento l'innovazione e la tradizione, due concetti diversi ma legati tra loro, perché se innovare è la potente leva per poter uscire dalle secche della crisi, la tradizione, ciò che siamo e sappiamo fare, è il punto da cui partire per aggiungere nuovo valore. E' quanto emerso dalla tavola rotonda moderata da Luca Tremolada giornalista de "IlSole24Ore" a cui hanno partecipato Alberto Candiani, Global Manager Candiani Denim, Paolo Gennaro, Additive Manufacturing Sales Director Avio Aero, Roberto Mazzotta, Presidente Microcredito Italiano, e Alberto Ribolla, Presidente di Confindustria Lombardia e di Lombardy Energy&Cleantech Cluster.

La tavola rotonda è stata preceduta dall'intervento di Gian Angelo Mainini, Presidente di Confindustria Alto Milanese: «Oggi non è più il pesce grande che mangia il pesce piccolo, ma il pesce veloce che mangia quello lento – ha affermato Mainini –. Dobbiamo metterci al passo con i tempi e con le sfide della competizione mondiale. Per le aziende, innovazione è crescita, aumento di produttività e competitività e lo sappiamo bene noi imprenditori, da tempo avvezzi al cambiamento. Tradizione non è fare le cose come si sono sempre fatte, ma farle sempre bene, in un contesto che è cambiato, adattando i processi ed i prodotti. Tradizione ed innovazione quindi come alleate, non nemiche».

«Il "saper fare bene" le cose – ha aggiunto –, e farle anche belle, è molto radicato nell'Alto Milanese. Qui c'è quel capitalismo familiare che non ha mai smesso di essere protagonista nel mondo globalizzato, e che difende, con tutta la propria forza, la manifattura Made in Italy».

Si è perciò parlato di innovazione all'interno delle imprese, ma anche nell'ottica delle banche, anch'esse costrette a cambiare nel 7° anno di recessione e che fanno fatica a rapportarsi con l'impresa, come ha ricordato Mazzotta durante il suo intervento.

Un accenno particolare è stato rivolto anche al mondo della scuola. Proprio Mainini, nella sua relazione, ha sostenuto che «la responsabilità degli imprenditori è quella di avvicinarsi di più al mondo della scuola. Nell'Alto Milanese – ha commentato – molte imprese sono già impegnate nell'aiutare studenti, docenti, dirigenti scolastici a realizzare una formazione più innovativa, aperta, e costruita sulle competenze. Sulla collaborazione tra scuola e impresa sono già stati compiuti alcuni importanti passi in avanti, come la riforma dell'istruzione tecnica e l'introduzione degli ITS. Ma c'è ancora tanto da fare». Mainini ha ricordato anche l'importante collaborazione tra l'Associazione, Fondazione Ticino Olona e una ventina di imprese meccaniche e l'istituto Bernocchi di Legnano, al quale è stato donato da queste realtà un laboratorio di meccanica con un centro di lavoro e un'aula informatica.

A toccare il tema della formazione in azienda Paolo Gennaro, dal punto di vista dell'imprenditoria italiana: «Le Università non formano il personale, per cui l'impresa deve formare i propri dipendenti ad un costo di 60-70mila euro, ma il problema è poi trattenere questa risorsa in azienda. Lo stato italiano e i sindacati non proteggono l'imprenditore».

Le conclusioni dei lavori dell'Assemblea annuale sono spettati ad Antonella Mansi, Vice Predidente di Confindustria per l'Organizzazione.

Manuela Zoni

Galleria fotografica di Luigi Frigo

Redazione
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Pubblicato il 21 Ottobre 2014
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