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Basso varesotto crocevia per rifugiati? Farioli non ci sta!

Il sindaco di Busto Arsizio scrive al prefetto di Varese: "C'è assolutamente bisogno di uscire dall'incertezza" - Su Facebook, l'allarme (esagerato) dei "navigatori" legnanesi...

Mentre esattamente dieci anni fa veniva emanata la legge che poneva fine alla leva militare obbligatoria e il ricordo torna ai tanti giovani che hanno compiuto il loro dovere nella caserma cittadina, proprio in questi giorni la "Cadorna" è tornata a far parlare di sè tra gli appassionati della tastiera e dei social network.

Infatti, alcune presenze all'interno della struttura (da una nostra verifica, solo per un servizio di ordinario controllo a cura dell'Esercito) hanno aperto una vivace discussione sul web dove addirittura è stato lanciato l'allarme circa l'arrivo di 500 (cinquecento!) profughi. Esagerazioni incontrollate dei navigatori di internet.

Con questo, tuttavia, si deve riconoscere che la questione migranti esiste sul territorio, come conferma oggi una severa presa di posizione del sindaco della vicina Busto Arsizio, Gigi Farioli, il quale ha decisamente in casa il problema di come gestire un gruppo di rifugiati. Così, il primo cittadino bustocco ha scritto una lettera aperta al prefetto di Varese, Giorgio Zanzi. Farioli si è rivolto al prefetto per chiedere un incontro nel quale fare chiarezza, negando la possibilità che l'attuale fabbricato in cui si trovano i profughi possa diventare un centro di accoglienza e mostrando una profonda preoccupazione quando scrive "leggo e sento troppo spesso parlare di Busto Arsizio e del basso Varesotto come avamposto, crocevia, centro di accoglienza, centro di smistamento, centro di emergenza".

"Tralascio, ma non sottaccio, che le enormi responsabilità di un’azione politica del Governo nazionale, improvvida ed irresponsabile, accompagnata all’ancor più colpevole ignavia europea, denotano la totale miopia delle scelte colà effettuate – rileva l'altro Farioli, nella foto-. L’operazione mare nostrum, com’è sotto gli occhi di tutti, rischia di smentire, vanificandole, anche le manifestate valenze umanitarie che sembrano costituirne la motivazione, se non l’alibi (…). L’equilibrato bilanciamento tra principi e responsabilità esige oggi, dopo la fase del low profile, dell’emergenza solitaria, proprio mentre da giornali, radio e televisioni vengono annunciati i per ora inutili colloqui tra Governo e Commissione europea e i sempre crescenti sbarchi, oltre che voli, che approdano in Italia, la necessità di avere un passaggio che consenta più trasparenza, più comunicazione preventiva e, con esse, chiarezza di prospettive e di azioni concordate". 

Per il testo completo della lettera, cliccare qui

Redazione
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Pubblicato il 28 Agosto 2014
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