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Auschwitz-Roma: carovana in Italia

Sono sul territorio italiano i ciclisti della US Legnanesi impegnati nella pedalata dedicata alla Pace, che prevede una tappa a Legnano...

Sono sul territorio italiano i ciclisti della US Legnanesi impegnati nella Auschwitz-Roma, la pedalata dedicata alla Pace, che prevede una tappa a Legnano, venerdì 2, e l'arrivo a Roma mercoledì 7 settembre. Qui di seguito, il diario di bordo di Roberto Damiani, presidente della "Sportiva" e guida della carovana rossonera.


Siamo ripartiti da Dachau dopo aver solo "sfiorato" il  tristemente famoso campo di sterminio. Ieri una signora ci ha detto "no possipile mit bike" ed allora siamo partiti diretti  senza però  dimenticare il motivo del nostro viaggio.  Abbiamo passato Monaco nella sua zona periferica ed abbiamo viaggiato in direzione Austria sulle ciclabili con un ottimo tempo  prima di affrontare il FernerPass, primo passo alpino, molto regolare nella sua ascesa e poi giù verso la meta. Paesaggio completamente differente dalle colline della Baviera ma molto bello e  comincio a sentire "profumo" d'Italia.

Anche oggi mi hanno sfiorato molti pensieri, soprattutto inerenti famiglia e lavoro ma queste sono le tre idee della sera: da oltre 1000 km ormai la Amelio Bianchi dedicata alla US Legnanese, che andrà a Papa Francesco, mi sta accompagnando senza mai un problema.

Ricordare un grande meccanico come Amelio Bianchi vuol dire ricordare il suo lavoro fatto con Moser e mi piace ripensare alla vittoria proprio di Moser alla Coppa Bernocchi con Amelio sull'ammiraglia Filotex felice a braccia aperte con la bici di scorta sulle spalle.  – in formula uno fanno lo "stop and go". Nel nostro viaggio noi facciamo lo "Giò and go". Certo quando ci fermiamo al furgone da Giovanni per prendere acqua, cibo, indumenti asciutti. Il suo supporto, con Sergio, è fondamentale in queste ore di pedalare. Grazie Giovanni  e Sergio .  Circa 1000 km a ruota di Giorgio The Machine e sempre di più sto entrando in simbiosi con la sua ruota posteriore. Guardo i movimenti a destra o sinistra della catena sui rapporti e talvolta senza guardare capisco che sta cambiando la pendenza. Mi sembra di intuire la differente fatica delle sue gambe ad ogni rumore del cambio. Tac a sinistra, salita. Tac e a desta, meno male si scende. 

Dopo tante ore a ruota sto riassaporando, da vecchio stayer, la capacità di "accarezzare" la ruota avanti a me come facevo con il rullo della moto. Mai a "mezza ruota" ma abbastanza vicino da rimanere al massimo coperto dal vento. Quanto è il valore di una carezza, saper accarezzare. Penso all'omofobia, alla pedofilia, a quelle situazioni in cui una possibile carezza si trasforma in violenza. Anche questi sono fatti da non dimenticare. Valore della memoria. Una carezza può far crescere un bimbo. La violenza lo reprime. 

Quanto poteva essere il valore di una carezza in un lager? Forse valeva un attimo di vita in più. 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 31 Agosto 2016
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