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Palestre: c’è chi chiede “asilo sportivo” ai Comuni limitrofi

Dopo le lamentelele del BSC Legnano, ecco il Gruppo Sbandieratori e Musici, che si allena in via Cantù con giacconi e sciarpe...

Impianti legnanesi criticati da società e cittadini. Ma soprattutto il modo con il quale vengono assegnati per gli allenamenti e la loro gestione.

Tra i primi a muovere considerazioni negative, ricordiamo, è stato il BSC Legnano, al quale anche quest'anno, per il periodo invernale è stata assegnata la palestra delle scuole Cantù: "I segni dell'abbandono sono evidenti – scrivevano i dirigenti della squadra alcuni giorni fa -. Definirla "Palestra" e sfruttarla per fare soldi è veramente esagerato. Assegnarla anche ad altri, con tutto il rispetto di tutti, senza nemmeno avvisarci, non lo crediamo possibile per semplici ragioni di sopravvivenza amichevole. Che tristezza… La Regione, il CONI ci classificano società sportiva di "eccellenza"… a…. Legnano…? Non sappiamo.   E' proprio vero ….. nessuno è profeta in patria…".

Passa poco tempo ed ecco anche il Gruppo Sbandieratori e Musici città di Legnano imita il BSC Legnano. Anche a loro viene assegnato il gelido impianto di via Cantù e il disagio è notevole. In un lungo commento apparso sui social network, emerge tra l'altro una profonda amarezza: " La palestra è piccola, è bassa, è vero che non siamo un'armata di cento iscritti, ma non possiamo mai allenarci tutti insieme per via degli spazi impraticabili e anche perché – che richiesta! – vogliamo garantire la sicurezza di chi sceglie di percorrere la nostra attività. Ci siamo adattati alle pareti pieni di buchi, alle reti che occupavano la palestra. Ci siamo adattati alle finestre coi vetri rotti, all'edera che copriva tutta la facciata – e che abbiamo provveduto a togliere personalmente -. Ci siamo abituati e forzati a cambiare persino i nostri metodi e tempi di allenamento, perché, dopotutto, un tetto sopra la testa serve anche a noi, strano ma vero. Del riscaldamento nessuna traccia. Non vi stiamo neanche a raccontare le decine e decine di telefonate fatte ai diretti responsabili, però vi raccontiamo quello che abbiamo capito: lo scaricabarile va di moda. Eh sì, perché noi, a tutt'oggi, siamo costretti ad allenarci con giacconi e sciarpe. A questo punto forniteci almeno della neve finta così facciamo qualche pupazzo. Da trent'anni portiamo in alto il nome di una città che, con l'amaro nel cuore, non ci rappresenta più. Ci chiediamo, allora, se non sarebbe meglio chiedere "asilo" a qualche altro comune, magari più sensibile a certe questioni".

 

Redazione
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Pubblicato il 25 Novembre 2015
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