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Accam, Agesp e Ala: si valuta l’ipotesi di fusione

Nuovo rinvio per le decisioni del futuro di Accam - La data stabilita è il 27 ottobre... La posizione del M5S

Nuovo rinvio per le decisioni del futuro di Accam. La data stabilita è il 27 ottobre. I soci della società hanno infatti deciso di prendere tempo per valutare l’ipotesi di fusione tra Accam, Agesp e Ala

La proposta, di «verifica di fattibilità dell’unione delle società», di cui si era già parlato in passato (e inserito nel piano industriale di Amga), è stata avanzata del Sindaco di Leganano, Alberto Centinaio. Il tempo per informare le parti, valutare e possibilmente raggiungere un accordo, informare il comitato di controllo analogo di Accam, consegnare tutta la documentazione al consiglio di amministrazione dell’inceneritore e, alla fine, arrivare con una linea condivisa alla prossima assemblea dei soci, è però veramente poco. Tanto che il sindaco di Busto, Emanuele Antonelli ha dichiarato che «chiederci di fare questo in tre settimane è un ricatto». 

Il rinvio dell'approvazione del piano industriale è stato comunque votato all'unanimità. La fusione tra società secondo Centinaio «è una chance», dato che considera Ala un gioiellino che continua ad aggregare comuni. Il sindaco di Legnano ha poi indicato l'unione e la collaborazione tra le tre aziende pubbliche  come l'unica salvezza, ribadendo anche che un altro impianto per la Forsu per salvare Accam non è né realistico. «E' necessario prendere atto della impraticabilità della ipotesi della presa in carico a titolo oneroso per Accam del progetto Forsu di Amga, mediante rimborso delle spese finora sostenute da Amgaha dichiarato CentinaioL'unica salvezza può arrivare dall’unità della compagine societaria nella futura  gestione del ciclo integrato dei rifiuti nell’Alto Milanese e nel Basso Varesotto, senza peraltro scaricare impropriamente una parte del costo di conversione di Accam sulle strategie di sviluppo di Amga mediante la realizzazione di un secondo impianto Forsu.  Si tratta di un’ipotesi non facile, ma riteniamo doveroso dedicare i prossimi giorni ad una verifica puntuale e dettagliata che possa permetterci di capire se le condizioni per un nuovo progetto unitario esistono oppure no. Noi crediamo che, giunti a questo punto, l’unica vera ancora di salvataggio per la gestione pubblica del ciclo integrato dei rifiuti nell’Alto Milanese (dalla raccolta alla valorizzazione, ma senza l’incenerimento), non potrà venire solo da Accam ma dalla disponibilità e dalla volontà delle aziende pubbliche che già operano su questo ambito».

Tutto resta, insomma, in bilico, senza certezza nè sulla fusione nè sulla chiusura dell'inceneritore. Alla prossima puntata. 

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Ottobre 2016
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