(m. z.) – Una sala convegni gremita di gente venerdì 16 maggio in biblioteca a Castellanza. Protagoniste della serata le storie di famiglie con un figlio, una sorella, un nipote con la Sindrome di Down, raccontate all'interno di "Che vita è?", libro di storie vere e profondamente vissute, scritto dall'associazione Amici Team Down e curato da Lucia Landoni. Tante le testimonianze che si sono susseguite nel corso della serata, con dei piccoli intermezzi di lettura del testo, mentre sullo sfondo scorrevano le foto dei bambini durante i loro momenti di vita quotidiana.

«Ringrazio coloro che, con tanti sforzi, tengono in piedi l'associazione – ha commentato Matteo Sommaruga, assessore alle politiche sociali di Castellanza – Sono loro che aiutano l'amministrazione, perchè spesso si parla di disabilità, ma non tutte sono uguali e possono essere trattate allo stesso modo. Non ci deve essere una differenza che possa avere un termine rispetto a quelle che sono le abilità che la vita ci riserva. Sono molto contento che più associazioni sul territorio siano presenti a questa serata». 

Oltre alla curattrice del libro, Lucia Landoni, presenti alla serata l'associazione Amici Team Down di Castellanza, Team Down di Rescaldina, la casa editrice Monti di Saronno e l'associazione culturale Il Prisma di Castellanza. Per non dimenticare amici, parenti e tutti coloro che hanno sostenuto l'iniziativa di questo libro sia dal punto di vista economico che da quello affettivo. 

«Ogni tanto capita – ha riportato la sua esperienza Federica Chittò, presidente dell'associazione Amici Team Down – che alcune persone che sanno che hai un bimbo down dicano "Mi dispiace, poverino", ma un figlio con la Sindrome di Down non è una disgrazia. Sono un genitore, non un'esperta di Sindrome di Down, ma so che questa è un opportunità di incontro e di crescita».

Che vita è? é un libro che vuole dare maggiori informazioni sulla Sindrome di Down, grazie alla biografie di famiglie che ne portano la testimonianza, «aiutando coloro che si trovano ad affrontare la nascita di un figlio con la Sindrome di Down ad affrontare una paura che non deve esistere». ha concluso Federica Chittò.

L'idea iniziale della stesura di questo libro era infatti quella di scrivere delle storie da portare negli ospedali e nei consultori, essendo questi i primi luoghi a cui si affidano le famiglie nel momento della diagnosi. Durante la serata sono intervenuti diversi genitori dell'Associazione Amici Team Down che hanno raccontato la loro storia e una neuropsichiatra infantile che ha sottolineato dal punto di vista più medico come ai bambini con la Sindrome di Down serva fare sport insieme agli altri bambini, un modo per sviluppare la motricità ma sopratutto la socialità degli stessi. 

Ma soprattutto, durante la presentazione del libro è stato dato un grande insegnamento: quello di non arrendersi di fronte alle difficoltà che la vita di mette davanti, perché superando il primo ostacolo ci si renderà conto che quella che all'inizio si pensava essere una disgrazia è in realtà un grande dono che ti arricchisce giorno dopo giorno.