“Sono passati cent’anni da quando i nostri nonni davano la vita per la patria. Altri Valori, altri tempi, altre persone”, questa la frase emblematica di una interessante serata tenutasi al Welcome Hotel, in cui è stato reso omaggio a Mario Colombo, aviatore legnanese scomparso in un incidente aereo in Argentina nel 1921.

Il tema della “Grande Guerra” ha inoltre calamitato l’attenzione della folta platea, attratta sia dalle poesie lette da Luciano Cassina che dalla narrazione musicale offerta da Maurizio Albè e Fabiola Miglietti, per una conclusione di serata sottolineata dagli scroscianti applausi.

La parte iniziale ha visto la giornalista Maura Giunta presentare Elide e Mario Colombo, nipoti dello sfortunato aviatore legnanese, coloro che hanno voluto ricordare il loro congiunto a quasi un secolo dalla scomparsa. Mario Colombo nacque nel 1896 in un cortile vicino alla chiesa della Madonnina sul Sempione, fu aviatore facente parte della squadriglia di Francesco Baracca nel corso della prima guerra mondiale, ebbe un riconoscimento in bronzo per il suo valore dimostrato in battaglia ed al termine del conflitto si trasferì in Argentina dopo aver lavorato alla Caproni, divenne istruttore di volo e proprio in una esibizione perse la vita nella città di Morteros. In questa località venne eretto un monumento dove tuttora, ogni 6 novembre giorno della sua scomparsa, Mario Colombo viene ricordato con una celebrazione in suo onore.

La leggenda dice che quando accadde la disgrazia "Sua mamma si svegliò improvvisamente nel sonno, gridando il nome del figlio e piangendo disperata, capì che lo aveva perso per sempre”.

Giuseppe Calini, ideatore di questa serata, ha voluto premiare i nipoti Elide e Mario così come Associarma, con il suo presidente Antonio Cortese, per colmare una lacuna di quasi cent’anni.

Di grande intensità anche i brani letterari letti da Luciano Cassina che ha voluto scomodare illustri poeti italiani, da Pascoli ad Ungaretti, da Berchet al nostrano Ernesto Parini per ricordare il ruolo di Legnano nella nostra storia contemporanea.

Infine l’appassionato racconto di Maurizio Albè in un viaggio a ritroso nel tempo, in cui il passato è stato vissuto con le parole dei personaggi dell’epoca chiamati alle armi, con diversi stati d’animo ma con la comune paura della morte.

Un racconto che, insieme alle note della chitarra di Fabiola Miglietti, ha appassionato e commosso la platea, decretando il successo di una serata davvero piacevole.

Galleria fotografica di Francesco Morello