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25 aprile: l’intervento del sindaco Centinaio

La Resistenza è un momento della storia italiana che va ricordato perché i valori  di allora devono essere costantemente adattati alle mutate condizioni del Paese...

Care concittadine e cari concittadini, nel giorno in cui celebriamo il 71° anniversario della lotta partigiana di liberazione dal nazi-fascismo il nostro pensiero torna a quei momenti e a quelle persone che contribuirono a far nascere l’Italia democratica e repubblicana.

Ho avuto modo di vedere recentemente uno splendido filmato girato a Legnano esattamente 70 anni fa, il 25 aprile del 1946, in occasione delle manifestazioni che si tennero in città ad un anno di distanza dalla liberazione. E’ un filmato di grande interesse storico che mi ha suggerito alcune riflessioni.

La prima, di carattere generale, mostra quanto sia cambiata Legnano da allora. Nel 1946 i segni della guerra erano ancora presenti sui volti e negli abiti delle persone: uomini e donne dignitose nella loro composta povertà, mogli e madri vestite ancora di nero per aver perso un proprio caro nella guerra partigiana.

La seconda: è impressionate il numero delle persone presenti durante il corteo dal centro al cimitero monumentale e il successivo comizio in piazza IV Novembre. Una partecipazione di popolo massiccia a conferma di quanto fosse ancora vivo il ricordo della liberazione. Si legge sui volti l’entusiasmo e la gioia di vivere finalmente in un Paese in pace e democratico.

E’ proprio a partire da questa seconda considerazione che dobbiamo chiederci, a 71 anni di distanza, se le speranze di allora sono rimaste vane o sono entrate a far parte del nostro vissuto quotidiano.

Ecco perché tradire quei valori usando illecitamente la politica come mezzo di arricchimento personale vuol dire tradire anche tutti coloro che hanno dato la vita per affermare la democrazia nel nostro Paese. Vuol dire incrinare pericolosamente il rapporto tra i cittadini e coloro che li rappresentano; vuol dire dare spazio a coloro che contestano le forme di rappresentanza politica per affidarsi al “salvatore” di turno dimenticando i rischi che questo comporta.

Isolare la cattiva politica fatta di corruzione da quella buona è ancora possibile e necessario perché molti sono ancora gli amministratori che con onestà, passione e dedizione sono al servizio delle loro comunità.

La Resistenza, è bene ricordarlo, non è infatti soltanto un fatto storico limitato nel tempo, è un momento della storia italiana che va ricordato perché i valori e gli ideali di allora devono essere costantemente verificati e adattati alle mutate condizioni del Paese. E’ necessario studiare e riflettere per prendere coscienza del punto in cui siamo nella nostra realtà di nazione e di popolo.

La Resistenza fu la prima autentica presa di coscienza popolare del bene maggiore dell’uomo: la libertà, della quale gli italiani, fino ad allora, non avevano piena coscienza. La libertà era un bene non ancora assaporato. Con la Resistenza una certa Italia si impegnò a cercare una sua autentica e precisa realtà; tentò di darsi una forma interiore nuova: finalmente si cercava di esplorare il mondo dei valori, quelli veri, quelli che danno senso alla vita.

Tutti conosciamo la celebre frase secondo cui “ora che abbiamo fatto l’Italia dobbiamo fare gli italiani”, perché una patria non può essere soltanto una semplice espressione geografica, deve essere soprattutto una realtà spirituale. Con la Resistenza, gli italiani contribuirono con coraggio “a fare gli italiani” con una presa di posizione drammatica. Si trattativa di costruire una nuova Italia.

Se leggiamo il libro che raccoglie le lettere dei condannati a morte durante la guerra partigiana tocchiamo con mano questa verità: sono state scritte da uomini di fedi e credi politici diversi, eppure nel loro insieme formano un tutt’uno armonico, una convergenza di ideali che commuove per la loro intensità.

Il rispetto che dobbiamo portare alle persone che sacrificarono la vita per non rinunciare ai valori più nobili della natura umana si deve tradurre in un rinnovato impegno per migliorare il nostro Paese. Teniamo alta la bandiera della libertà per poterla trasmettere con orgoglio alle nuove generazioni. Così hanno fatto i martiri della guerra di liberazione, così dobbiamo fare noi.

Alberto Centinaio, sindaco di Legnano

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2016
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