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Giovani lontani dalla Chiesa: “Bisogna volergli bene”

Sempre meno giovani a Messa, il trend negativo si avverte anche a Legnano - "La famiglia non educa più alla fede"...

Siamo nel periodo della festa più importante per un cristiano e forse per questo, come avviene per Natale, ci si riaccosta alla Chiesa e si va a Messa, "proprio perchè Pasqua". Sarebbe utopico pensare il contrario, in quanto i dati lo dimostrano. Secondo una ricerca condotta dall'Istat sul 2015, infatti, «Il trend dei cattolici praticanti in Italia non mostra segni di ripresa, chi pratica regolarmente (dai 6 anni in su) è stato il 29% degli italiani. Ad andare in Chiesa ogni domenica il 40% degli anziani, sopra i 65 anni, il 25% degli assidui è invece tra i 45 e i 60 anni, mentre a praticare, dei giovani tra i 18 e i 29 anni, è solo il 15% circa».

E' proprio quest'ultima fascia di età che nel tempo ha visto un netto calo, con la perdita del 30% dei frequentanti. Don Angelo Cairati, prevosto di Legnano e parroco di San Magno, spiega che «il primo taglio dei giovani in oratorio avviene dopo la Cresima, il 40-50% continua a frequentare, mentre il momento più difficile avviene dopo, dalla quarta superiore, dove a restare è appena il 5-6%. E' importante quindi la presenza delle parrocchie nelle scuole superiori, ad esempio con l'insegnamento da parte dei preti nell'ora di religione. Soprattutto parlando di temi etici, si fa fatica ad integrare le visioni della Chiesa e dell'uomo. E' fondamentale quindi argomentare. Da incentivare anche la presenza dei preti all'interno del Palio, con visite nei manieri».

E' una Chiesa quella di oggi che subisce molto le tendenze della società post-moderna, caratterizzata da marcati tratti individualistici: «Noi proponiamo forme di vita comune e di dono di sè, andiamo contro la mentalità corrente, poco incline all'apertura verso l'altro».  Le forme di aggregazione giovanili oggi sono molteplici, ci ricorda Monsignor Cairati, perciò «rispetto alla domanda di senso, sembra prevalere una leggerezza esistenziale, per cui la dimensione religiosa della vita non è al centro del giovane. La categoria del divertimento è dominante, tuttavia ai giovani d'oggi bisogna voler molto bene perchè più fragili a causa di situazioni familiari e per le incerte prospettive sul futuro». 

«Le aggregazioni ecclesiali risentono di una carenza di giovani come tutte le altre forme di associazione – aggiunge Don Angelo –, salvo forse le realtà di pronto intervento. Il problema è che la famiglia non educa più alla fede, non presenta modelli cristiani attraenti. Le parrocchie fanno fatica ad essere Chiesa in uscita, si è molto presi dall'organizzazione interna e da chi già frequenta. Nella nostra diocesi poi mancano luoghi esemplari che si propongano come modelli da imitare per uscire dalla tradizione». 

Redazione
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Pubblicato il 22 Marzo 2016
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