Continua il ciclo di serate dedicate alla variante del Piano di Governo del Territorio organizzate dall'amministrazione comunale. Dopo i primi due incontri, andati quasi deserti, la terza serata ha registrato un numero maggiore di partecipanti. Circa una trentina le persone intervenute ieri, giovedì 23, a Palazzo Malinverni per discutere di "interventi e regole per il tessuto costruito".

Il piano di sviluppo urbano legnanese, come sottolineato dall'assessore all'assetto e gestione del territorio Antonio Ferrè, necessità una revisione tenendo conto delle profonde variazioni avvenute negli ultimi due anni. Fattori importanti per il cambio di assetto sono state la costituzione della Città Metropolitana, la legge regionale 31 del 2014 sul consumo di suolo e il decreto-legge Sblocca Italia, a cui vanno aggiunte la saturazione edilizia, la problematicità delle aree dismesse e la crisi economica che inevitabilmente ha intaccato gli operati delle imprese edili.

Una variazione della situazione urbana che si è sentita anche a Legnano. Il numero di grossi interventi edili è sensibilmente diminuito, mentre sono cresciute le opere di manutenzione straordinaria delle abitazioni: negli ultimi tre anni si è passati da 460 a 606. Un dato che riflette la tendenza dei cittadini a investire nella riqualificazione, in primo luogo energetica, delle proprie residenze piuttosto che in nuove costruzioni.

Il progetto dell'Amministrazione è quello di semplificare il PGT, puntare ad un consumo di suolo prossimo a zero, disincentivare la cementificazione al di fuori del "recinto urbano" e promuovere, anche attraverso agevolazioni economiche, la riqualificazione e rivitalizzazione di quanto già costruito.  Le parole d'ordine portate avanti dai tecnici comunali sono state, infatti, costruire, riqualificare e preservare.

Nonostante la partecipazione alla serata sia stata più numerosa, pochi sono stati, invece, gli interventi dei presenti, come notato dal consigliere comunale Luciano Guidi (NCD): «Anche questo incontro è stato gestito da tecnici molto competenti – la sua riflessione– tuttavia, richiedo ancora una volta chiarezza metodologica e l'evitare confusione tra i ruoli dei tecnici e dei politici».