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“L’Uomo Eroico” imbrattato: “Perchè?”

E' la domanda che si pone Rosa Romano, esponente di primo del volontariato legnanese - Al Canevale 2016, verrà coperto...

Rosa Romano, esponente di primo del volontariato legnanese (e non solo), alla pari di noi, ha avuto un sentimento di profondo dispiacere alla notizia dell' "Uomo Eroico" imbrattato di vernice carnevalesca durante l'ultimo Sabato grasso. Di seguito, le sue considerazioni, per le quali la ringraziamo come sempre.


Ero a Roma  nei giorni scorsi.
Mercoledì 18 febbraio, coi colleghi, sono andata a cena in una trattoria del centro storico romano. All'uscita, vista la dolcezza del clima, ci siamo spinti fino in piazza Farnese per ammirare l'omonimo palazzo che, dalla loggia di Michelangelo, unico punto illuminato, lascia intravedere le meraviglie della sala dei fasti.  Sempre, in questi casi,  si accende il mio orgoglio di italianità  e già vantavo con dovizia di particolari le straordinarie bellezze del nostro territorio, auspicandone una sempre più accurata protezione, quando, ahimè, abbiamo intravisto il lampeggiare bluastro delle camionette di polizia. Intenso e preoccupante.
Veniva da Campo dei Fiori, storica piazza romana, dove un tempo fu arso Giordano Bruno, e dove oggi  si tiene un caratteristico mercato popolare. Pochi passi e ci siamo trovati dentro la piazza, dove stazionavano camionette lampeggianti mentre militari e uomini facinorosi e ubriachi si davano battaglia. Per terra lattine, vetri, schiuma, carta… Nell'aria un clima di tensione e di aggressione. A passo lesto sperando d'essere trasparenti, siamo scivolati via, in tempo per vedere la lapide a Giordano Bruno vergognosamente imbrattata.

Ciò malgrado nessuno di noi poteva immaginare che l'indomani la rozza incoscienza della peggior tifoseria olandese avrebbe superato ogni limite di legalità, violentando la Barcaccia del Bernini.
Neppure Attilia avrebbe ostentato, senza un brandello di motivazione, una siffatta violenza, boriosa, gratuita e gradassa.
Però l'hanno fatto.
Perché?

A Legnano  durante il carnevale sconosciuti hanno imbrattato la statua "l'Uomo Eroico" di Ettore Greco. Ma questo che c'entra con la situazione di Roma? Non sono stati i tifosi olandesi a imbrattare "l'Uomo Eroico" di Greco, in Piazza San Magno, ma legnanesi o dintorni.

Legnanesi o dintorni, quasi certamente di buona famiglia, che non hanno capito, non hanno pensato, non hanno badato. Era carnevale e a carnevale ogni scherzo vale.
Vorrei chiedere a coloro che l'hanno fatto: "Perché?"
Immagino che qualcuno dirà che non si è accorto, altri risponderanno che in fondo non hanno fatto niente di male. Convinti e in pace con se stessi.
Quindi?
Nonostante l'Italia sia un museo a cielo aperto, a noi italiani, mi correggo, a buona parte di noi italiani, manca un'adeguata cultura artistica. E soprattutto un barlume di senso civico che vuol dire "Rispetto e salvaguardia del bene comune".

Non è solo colpa nostra. Veniamo da una storia dove la cultura dominante ha privilegiato il successo individuale, il palcoscenico tutto per sè. La cronaca, la finanza, la politica, in generale, confermano  che è così. Purtroppo.

Eppure qualcosa sta cambiando. Sempre più spesso ci si sofferma a cercare soluzioni che rispettino l'ambiente. Sempre più spesso il patrimonio storico e artistico si pone all'attenzione dei non addetti ai lavori e diventa oggetto d'interesse e di approfondimento di tutti i cittadini.
In questo un ruolo lo gioca anche il volontariato.  Infatti un sempre più crescente numero di associazioni, o singole persone, si propongono per garantire un supporto, una presenza, un sostegno alla conservazione e alla salvaguardia del bene comune. Che si tratti di un museo o piuttosto di un'area verde, se possibile e dove possibile,  i volontari si attivano, si impegnano e operano in sintonia e in linea con le direttive di chi ha il governo delle strutture.  Non importa se detti volontari sono in genere persone con una scolarizzazione media. Con il loro operare quotidiano, sia pure indirettamente, contribuiscono a creare cultura. Cultura civica e cultura di solidarietà, che poi significa forte senso di appartenenza a un paese e al suo patrimonio comune.
Questo secondo me è il valore aggiunto del volontariato civico.
Unito alla speranza che, sempre più, l'impegno impegno volontario diventi un modello di civiltà e di cittadinanza attiva, capace di autoriprodursi.

Rosa Romano

Redazione
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Pubblicato il 23 Febbraio 2015
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