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Gli arbitri al tempo del covid: ma chi sono veramente?

Abbiamo chiesto ai nostri arbitri di raccontarci un po’ di sé e di come stanno vivendo questo momento difficile

Abbiamo chiesto ai nostri arbitri di raccontarci un po’ di sé e di come stanno vivendo questo momento difficile rispondendo a quattro semplici domande: Come state affrontando questo momento? Cosa vi manca di più del mondo del mondo arbitrale? Come pensate possa essere il vostro ritorno sui campi? Che cosa vorreste dire agli arbitri che verranno? . Qualcuno di loro ha deciso di raccontarsi liberamente esprimendo le proprie sensazioni ed emozioni, regalando così al lettore l’opportunità di vivere per un momento nella “divisa” di un arbitro.

Emanuele Loaldi, 36 anni -Futuro osservatore16 anni di tessera Questo momento difficile lo sto affrontando rispettando le regole e le decisioni di chi ci “arbitra”, anche se magari non le condividiamo , come dovrebbero fare i calciatori nei nostri confronti. Ne approfitto per leggere e aggiornarmi in ambito lavorativo, sportivo, culinario, salute e mi dedico al “fai da te”. Fortunatamente è arrivata per posta anche la nostra rivista “l’Arbitro”. Del mondo arbitrale mi manca il condividere una passione insieme a persone che han scelto lo stesso stile di vita. Il mio ritorno in questo sport sarà sicuramente diverso. Prima che scoppiasse la pandemia avevo deciso che con la nuova stagione avrei intrapreso il cammino di Osservatore Arbitrale, quindi ricorderò questo momento come un cambiamento, un passaggio. Agli arbitri del futuro vorrei dire che questa passione ti aiuta a essere arbitro non solo sul terreno di gioco ma anche nella vita, ricordandoti in tutte le situazioni di essere credibile, autorevole, rispettoso dei tuoi diritti e doveri, allenato, preparato, puntuale …. Insomma Arbitro!.

Anita Costa, 17 anni-Arbitro in Juniores-2 anni di tessera. Cerco di affrontare questo momento con positività e tanta spensieratezza, perché agitarsi o disperarsi credo possa essere solo più dannoso. Alcune giornate sembrano grigie ed interminabili, ma ho la fortuna di avere accanto la mia famiglia con cui sto vivendo questo periodo difficile: anche se la convivenza non è sempre facile, sto capendo l’importanza di avere qualcuno al proprio fianco nella vita. Del mondo arbitrale mi manca ogni cosa: le partite, gli allenamenti, ritrovarsi in sezione per le lezioni tecniche . Di sicuro la cosa che mi manca di più è passare questi momenti con i miei amici e colleghi: la cosa più brutta di questo periodo è sicuramente il distanziamento sociale che ha stravolto inevitabilmente la nostra passione per l’arbitraggio. Mi manca sentirmi parte di quella che un po’ è diventata casa mia: la Sezione. Il ritorno sui campi sicuramente sarà molto emozionante: a volte cerco di immaginarlo e so che sarà un momento bellissimo e simbolico per tutti, non solo per me. Sarà una rinascita e so già che darò il massimo, per dire a tutti, e soprattutto a me stessa, che io sarò tornata da arbitro, e con me faranno lo stesso tutti i protagonisti del gioco più bello del mondo. Non ho molta esperienza, ma mi sento di dire ai futuri arbitri di cogliere l’attimo: sfruttate al massimo ogni occasione quando vi si presenta, non aspettate a realizzarvi. 

Andrei Vasiliu ,16 anni-Arbitro in Giovanissimi-Neo immesso Sono giornate difficili, passo gran parte delle giornate ad allenarmi, studiare e ripassare il regolamento per il rientro in campo. La cosa che più mi manca sono le riunioni in sezione o gli allenamenti al polo e ovviamente anche il fischio d’inizio. Credo che il mio rientro sul campo non cambierà. Ai futuri arbitri chiederei la costanza che è una cosa molto importante in questo sport e soprattutto gli direi di chiedere consigli ai colleghi più esperti su come gestire le situazioni più critiche sul terreno di gioco.

Simone Gorlero, 23 anni-Arbitro in Juniores4 anni di tessera In questo momento difficile ciò che mi salva è la routine. Se non avessi il mio corso di spagnolo, i miei libri da leggere e le ore di studio alternate a quelle su Netflix e quelle passate in garage a giocare a tennis contro un muro, sarei già impazzito. Invece tutto sommato non va così male, anzi a volte arrivo a fine giornata e mi stupisco di come le ore siano passate così velocemente. Certo mancano tanto i rapporti sociali. Dell’arbitraggio mi manca tutto direi: dal sussulto nel leggere la designazione per la gara da dirigere, alla concentrazione solitaria nello spogliatoio nel pre-partita, fino alla discesa in campo e al ritorno a casa ripensando alla partita. Sono fermo da gennaio perché a febbraio era cominciato il mio congedo per Erasmus, immaginavo da mesi che mi sarebbe mancato e adesso non vedo l’ora che arrivi settembre per ricominciare. Al ritorno sul campo io sarò lo stesso, credo, solo più voglioso di correre e fischiare. Agli arbitri che verranno voglio dire che è uno sport bellissimo : divertitevi e godete di ogni minuto corso su quel rettangolo di gioco perché l’adrenalina vi caricherà tanto e vi farà sempre desiderare di tornare sul campo il più presto possibile.

Stefano Lattuada , 22 anni-Arbitro in Seconda categoria- 2 anni di tessera Sto affrontando questo momento come tutti , stando a casa e cercando di non sprecare il mio tempo ma occupandolo con lo studio, serie TV, la lettura e ovviamente anche con l’allenamento per rimanere il più possibile in forma. Dell’arbitraggio mi manca tutto. Dal momento atteso della designazione al mio arrivo al campo, l’adrenalina che sale quando fai la corsetta per raggiungere il centrocampo e il successivo fischio d’inizio. Per non dimenticare della soddisfazione di aver fatto una bella gara quando emetti il triplice fischio e sai che per oggi è finita ma che la domenica dopo scendi ancora in campo e non vedi l’ora che arrivi. Credo che dopo la fine di questa emergenza sarà tutto un po’ diverso, anche il nostro arbitrare, perché secondo me saremo ancora più consapevoli della bellezza e dell’importanza di quello che facciamo perché davvero essere arbitri non vuol dire solo esserlo sul campo ma anche nella vita. Agli arbitri che verranno vorrei dire: siate coraggiosi. Serve coraggio a scendere in campo soli e prendere decisioni in pochi secondi ma fidatevi che tutto questo mondo vi darà un sacco di soddisfazioni e gioie.

Van Tuan Calini , 20 anni-Assistente in Promozione-6 anni di tessera In questo momento sto affrontando la mia quotidianità guardando tanti film in tv e allenandomi in casa per mantenere una condizione fisica ottimale in caso di una ripresa del campionato. Dell’arbitraggio mi manca l’emozione di dirigere la gara in terna e di viaggiare in campi diversi di tutta la Lombardia  ogni weekend. Ai futuri arbitri posso dire che questa nostra passione fa provare emozioni uniche in campo e si impara a guardare le partite con una visione diversa. Penso che si tornerà in campo con molte precauzione mediche.

Donato Caggiula, 32 anni-Assistente a livello regionale-14 anni di tessera In questo momento di quarantena obbligata sono tante le cose che mi mancano del mondo arbitrale, e per affrontare questo momento e consolarmi posso solo ricordarmi di quanto questo sport sia importante per me . La cosa che mi manca di più è scendere in campo, organizzare la mia gara dall’arrivo della designazione alla scelta del luogo dove trovarsi con i colleghi per andare ad affrontare il match. Mi piacerebbe tornare in campo per vivere l’emozione di quelle gare impegnative come gli spareggi all’ultimo respiro che solo una persona con tanti anni di esperienza alle spalle sa vivere con la giusta serenità ma sempre concentrato. Le partite così come gli allenamenti sono momenti molto importanti nella vita di un arbitro, ma sono anche una valvola di sfogo per lo stress della vita quotidiana e in questo momento non poter scaricare i nervi attraverso la mia passione inizia a pesarmi. Mi manca anche il trovarsi in sezione con i colleghi più giovani per dar loro un consiglio o una parola di conforto e poterli aiutare a non commettere i miei stessi errori e magari permettergli di arrivare più in alto di quanto sia potuto arrivare io. Fare l’arbitro mi ha aiutato nella vita privata e lavorativa a saper gestire situazioni e persone, perché in questo sport si è continuamente esposti al confronto con colleghi , giocatori dirigenti e pubblico , e nonostante le cadute si trova sempre la forza di rialzarsi e andare avanti. Nell’attesa del ritorno alla normalità, cerchiamo di rimanere uniti anche se distanti, sapendo che la grande famiglia della Sezione Arbitri di Legnano è pronta a braccia aperte a sostenere tutti gli associati in ogni occasione.

Angelica Triossi

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 30 Aprile 2020
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