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Revenge porn e sexting, i nuovi reati informatici a sfondo sessuale

A colloquio nel commissariato di Legnano sono stati affrontati i nuovi reati informatici di sfondo sessuale: sexting e revenge porn

Nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro, Benedetta Palamidese, studentessa dell’Istituto Barbara Melzi, ha incontrato il vice questore aggiunto Umberto D’Auria e il vice dirigente Debora Luzzi del commissariato di Legnano.                                                                                                      Analizzati soprattutto i nuovi pericoli informatici a sfondo sessuale. 


Foto e video sono contenuti che ogni giorno vengono postati su milioni di account social.                     Ma siamo davvero a conoscenza di quanti pericoli il web possa nascondere? 

Spesso gli utenti pubblicano contenuti inappropriati sui social, pensando che, eliminandoli, non ne rimanga alcuna traccia, ma non è così. Infatti, se si pubblicano contenuti online, questi rimangono sul web per sempre.

La divulgazione di materiale pornografico, favorisce lo sviluppo di fenomeni come il sexting, cioè l’invio di testi o immagini sessualmente espliciti tramite Internet o cellulare. Non è reato, ma potrebbe diventarlo quando coinvolge minori e sfocia in pedopornografia.

Altre volte ex partner diffondono foto o video a sfondo sessuale senza il consenso dei protagonisti di questi contenuti, dando luogo alla pratica definita revenge porn.

Il revenge porn è diventato perseguibile legalmente in Italia con una legge del 2019.                      La disinformazione ha inoltre favorito negli ultimi anni i fenomeni di porno vendetta, in misura sempre maggiore, dimostrando che il 10% delle persone coinvolte in una relazione conclusa siano state vittime di revenge porn, di cui il 90% sono donne.

pericoli del web sono infiniti. Per evitarli, fondamentale la prevenzione: «Il modo migliore per evitare questi fenomeni – spiegano in commissariato – potrebbe essere anzitutto affidare i cellulari ai giovani solo maggiori di sedici anni, informandoli su quanti e quali rischi un semplice account social possa celare».

L’invito è quindi non diffondere o scattare, indipendentemente dall’età, immagini che ritraggono qualcuno in un momento di intimità, perché tali contenuti non possono essere rimossi in alcun modo da Internet e questo può influire anche sulla web reputation, che letteralmente identifica il “curriculum online’’ di un utente, sempre più controllato dai datori di lavoro.

Redazione
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Pubblicato il 11 Febbraio 2020
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