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Prof. Mazzone: «Prima di pianificare una terza dose, necessario confrontare i dati sull’immunità “naturale”»

Il primario legnanese invita a confrontare i dati sull'immunità "naturale", ottenuta superando la malattia con quelli relativi all'«immunità "acquisita"» attraverso la vaccinazione

Antonino Mazzone

«Prima di pianificare una terza dose di vaccino anti-Covid è necessario confrontare i dati sull’immunità “naturale”» ottenuta superando la malattia con quelli relativi all’«immunità “acquisita”» attraverso la vaccinazione. La considerazione appartiene al prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento di Area medica dell’Asst Ovest Milanese. Il medico è sempre più convinto che sia arrivato il momento di fare «chiarezza attraverso il metodo scientifico» con l’obiettivo di capire con certezza la capacità immunizzante del vaccino e l’eventuale necessità di una terza dose: qualora i dati dimostrassero che lo stato di immunizzazione di una persona vaccinata è uguale a quella di una persona che è stata contagiata, sarebbe infatti «possibile risparmiare un numero importante di vaccini che possono essere destinati alla popolazione più vulnerabile di tutto il mondo».

L’indicazione che arriva dal primario legnanese, insomma, è quella di fermarsi e fare il punto della situazione per «confrontare i dati», così da poter percorrere una via certa: «È importante sapere quali sono le percentuali di reinfezione della popolazione vaccinata – sottolinea Mazzone – e confrontarle con quelle degli ex pazienti Covid». L’intento è anche quello di silenziare tutte le voci mediatiche che continuano a «fare congetture inutili che portano confusione tra le persone e diffidenza verso il vaccino, che resta uno strumento importante e valido». A dirlo sono i numeri stessi: basti pensare che all’Ospedale di Legnano sono in tutto otto i pazienti positivi al Covid ricoverati e nessuno di loro si era vaccinato.

A sostegno delle sue indicazioni, il prof. Mazzone porta lo studio pubblicato, sul “Journal of Infectious Diseases” nel dicembre del 2020, nel quale viene dimostrato dai medici legnanesi che la percentuale di contagio sui pazienti che hanno superato la malattia è pari al 0,07%: studio che si è guadagnato l’attenzione internazionale per poi essere nuovamente pubblicato, questa volta su un’altra rivista specializzata, “Jama Internal Medicine”, avvalorando la tesi sostenuta da Mazzone sulla «bassissima percentuale di reinfezione di pazienti guariti da Covid». È a fronte di questi dati che il primario evidenza la necessità di dare ascolto ai risultati delle indagini scientifiche, cosa che sin dall’inizio della campagna vaccinale «non è stata fatto visto che sono state vaccinate anche persone che avevano appena superato la malattia».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Agosto 2021
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