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Riaperti i cinque reparti Covid-19 all’Ospedale di Legnano. Un centinaio i ricoveri

I malati provengono soprattutto dalle zone più colpite della Lombardia. Tre i reparti Covid aperti a Magenta e due ad Abbiategrasso

ospedale legnano

Per fronteggiare la terza ondata della pandemia, l’ospedale di Legnano ha riaperto tutti e cinque i reparti dedicati ai malati covid-19. I pazienti che necessitano di cure, quindi, vengono ricoverati in Medicina (A,B,C), Malattie infettive oppure nel reparto denominato “tenda”. Nel nosocomio legnanese, attualmente, ci sono un centinaio di malati e la maggior parte provengono dalle zone più colpite, come Alzano, Cantù e Brescia.

Nel contempo l’Asst Ovest Milanese ha “convertito” in Covid anche tre reparti nel presidio di Magenta (il nono piano, la Medicina e l’ottavo piano) e due nell’ospedale di Abbiategrasso. Come nella seconda ondata, resta covid free il presidio di Cuggiono. L’azienda ospedaliera, quindi, sta reggendo bene il contraccolpo della terza ondata ed è pronta ad affrontare il picco del contagio previsto per nell’ultima decade di marzo.

Il virus Sars-Cov2 continua la sua corsa anche sul territorio e lo sanno bene i soccorritori di Legnano che in questi giorni hanno registrato un incremento di casi sospetti e anche acclarati. Soltanto la Croce Bianca di Legnano, ogni giorno, porta soccorso a diverse persone con sintomi sospetti e nell’arco di una settimana circa ha registrato tre positivi. Numeri che non sono allarmanti per chi li legge, ma per il mondo del soccorso appaiono segnali da non sottovalutare, visto che anche i dati riguardanti l’aumento del contagio sul territorio parlano chiaro. Oggi, a Legnano, sono 31 i nuovi casi, 59 a Busto Arsizio

Dopo un anno di emergenza in corsia resta la delusione nell’aver toccato con mano quanto, in questi anni, nel sistema sanitario sia stato trascurato. In un momento come questo, in cui la fatica è tornata prepotentemente a farsi sentire, vista la carenza di personale, alcuni lavoratori evidenziano quanto sia importante «coltivare nel tempo la sanità, perchè nulla è improvvisato in medicina: ci vuole tempo per formare un operatore sanitario e un infermiere. Ci vogliono anni per formare un buon medico».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Marzo 2021
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