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Polis: “Progettualità con i cittadini protagonisti”

In assemblea ribadito il ruolo della società civile: creare reti, rendere protagonisti i cittadini, sviluppare pensiero e progettualità...

La politica “avrà bisogno di tempo per riformarsi: nel frattempo quale può essere il ruolo di associazioni, movimenti, comitati di base presenti anche nella nostra città?”.

Paolo Pigni, presidente uscente di Polis, ha aperto sabato 10 maggio, nella sala Ceccarelli di Euroimmobiliare, l’assemblea annuale dell’associazione culturale e politica, dedicata al tema “L’ombra lunga dei forconi. Quale futuro per la politica, tra ‘comitati’ e nuovi movimenti”.

Prima del dibattito, erano stati eletti il direttivo (Ivano Bressan, Anna Pavan, Mina Cerella, Piersilvio Vicenzi, Gianni Cattaneo, Marco Zanaboni, Piero Garavaglia) e il nuovo presidente, Eligio Bonfrate.

Secondo Pigni, il ruolo della società civile e delle sue organizzazioni intermedie è quello di “creare reti”, di rendere protagonisti i cittadini, “sviluppando pensiero e progettualità”, con i quali sollecitare risposte dalla politica.

La parola è quindi passata ai relatori. Lorenzo Radice, consigliere comunale di Insieme per Legnano, ha svolto un’analisi dei populismi che abitano la politica italiana: “Hanno fascino – ha affermato –, parlano linguaggi comprensibili dalla gente”. “Ogni ondata populista si infrange però su nuovi populismi e su processi sempre meno governabili, con sfide sempre più complesse, per i quali non è capace di proporre una strategia efficace”. Radice ha osservato ancora: “Il populismo propone di sostituire a una regola un’altra regola, legata all’onda emotiva del momento. E questa vince nel breve periodo; ma alla lunga occorre trovare un accordo tra diverse esigenze, attraverso una regolazione che dialoghi tra interessi individuali e collettivi. Questa è la democrazia”.

Lo storico Guido Formigoni (Università Iulm Milano), socio fondatore di Polis, ha ricordato anzitutto che non sempre “funziona l’individuazione del populismo come radicalizzazione delle istanze contro una presunta ‘buona politica’. La realtà è più complessa e la storia indica come il populismo abbia talvolta rappresentato una risposta del popolo a un establishment chiuso in se stesso e lontano dagli interessi” della società. “Il problema si crea – ha aggiunto lo studioso – quando il potere assume la retorica populista della difesa degli interessi del popolo, come accaduto nel ventennio berlusconiano”. Formigoni ha quindi osservato che i populismi “crescono soprattutto nelle fasi di crisi della politica”, e quindi è la stessa politica che deve interrogarsi sui propri errori, le proprie mancanze. In tale contesto, “occorre andare al nocciolo del problema: fare i conti con l’individualismo massificato” che caratterizza questa epoca, mirando a “creare legami, a costruire comunità”, facendo prevalere “il noi sull’io”.

Nel corso della riunione sono risuonati anche “casi” legnanesi, come, ad esempio, la questione della presenza rom in città oppure la refezione scolastica.

Infine l’assessore alla Sicurezza e alla coesione sociale del comune di Milano, Marco Granelli, ha portato l’esperienza della grande città, dove non mancano forme “urbane” di populismi, le istanze particolari che “alzano la voce”, “puntando a far prevalere l’interesse individuale o di parte sul bene comune”. Da qui una riflessione sulla partecipazione politica, sul “metodo del mutualismo”, sulla “valorizzazione delle relazioni e della interdipendenza” rispetto agli egoismi e ai localismi di varia natura. Granelli ha però ricordato che la stessa politica deve ripensarsi, cambiando anche stili e linguaggi, “a partire da una maggiore sobrietà e da una accresciuta credibilità delle istituzioni”.         

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Pubblicato il 12 Maggio 2014
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