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Rifondazione Comunista a congresso “contro il pensiero unico liberista”

Il segretario politico Fabrizio Baggi confermato alla guida del partito comunista in Lombardia. Priorità: lotta al precariato, stipendi più alti, ruolo del pubblico, contrasto al governo Draghi

Generica 2020

Si è tenuto, domenica 6 febbraio l’XI Congresso regionale del Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia, che ha ribadito la prospettiva di lotta contro il governo Draghi e per “una aggregazione antiliberista” come prospettiva. Confermato anche Fabrizio Baggi, segretario regionale uscente.

Il congresso ha visto collegati da remoto di 165 delegate e delegati e molti ospiti tra cui Firat Anli, cosindaco di Diyarbakir (Kurdistan turco), Alessandro Pagano, segretario generale della Cgil Lombardia, oltre a rappresentanti dell’Unione Inquilini, di altre realtà vicine al partito come Italia Cuba Lombardia, Priorità alla scuola, Osservatorio democratico sulle nuove destre, rete No ai CPR.

Il punto centrale del congresso è la “costruzione un’aggregazione di sinistra antiliberista ed anticapitalista ed alternativa ai poli esistenti che sappia far fronte alla necessità di praticare l’opposizione e costruire l’alternativa al pensiero unico neoliberista”. Il documento politico parla di  “una situazione destinata a perpetuarsi e peggiorare se prevarrà il progetto del Governo Draghi”, che è considerato uno strumento che sta “asservendo tutto il pubblico (scuola, sanità, pubblica amministrazione) agli interessi delle imprese”.
A questa prospettiva il principale partito che si richiama alla tradizione comunista (insieme al PCI ricomparso nel 2016) oppone “un nuovo grande ciclo di lotte in un largo movimento di opposizione al Governo che unisca tutto ciò che il capitalismo neoliberista ha diviso” nella società, dai precari al mondo della scuola, alle lavoratrici sfruttate. Dai fermenti nella società però resta  come prospettiva “il lancio di una proposta di aggregazione della sinistra antiliberista che non può essere ulteriormente rinviata”. Nella diaspora ormai trentennale della sinistra, la presenza politica resta un problema: l’ultimo momento di una certa vitalità e aggregazione è stata l’esperienza di L’altra Europa con Tsipras nel 2014, con il 4% e tre eurodeputati eletti.
Nel congresso sono stati accolti anche Ordini del giorno, tra cui uno che ribadisce il no alla Nato e alle spese militari, da dirottare verso politiche sociali e di sanità pubblica, e uno sull’uso dei social network. A livello nazionale Rifondazione sta conducendo una campagna contro il caro-bollette e caro-energia, chiedendo interventi pubblici per il sostegno ai redditi bassi.

Redazione
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Pubblicato il 10 Febbraio 2022
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