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«In via Pasubio non una casa rifugio ma una casa verso l’autonomia delle vittime di violenza»

Questa la precisazione della coalizione "Io Amo Legnano" per motivare la non segretezza della struttura

La coalizione "Io Amo legnano" risponde alle dichiarazioni delle donne della lista "Legnano in Comune" in merito all'evento promosso davanti alla casa sequestrata alla criminalità in via Pasubio, Secondo le quota rosa della lista capitanata da Juan Pablo Turri, infatti, è un «grave errore strumentalizzare ai fini della propaganda elettorale un luogo che avrebbe dovuto restare nell’anonimato».

"Io Amo Legnano" vuole fare chiarezza su «alcuni dubbi nati negli ultimi giorni dovuti all’iniziale definizione di “rifugio”». «L’immobile di via Pasubio – spiegano – ospiterà, oltre al già citato Centro Antiviolenza, anche uno spazio diurno per promuovere la “cultura al femminile”, e una struttura con dei posti letto definita “casa verso semi-autonomia o autonomia delle donne vittime di violenza” che ha come obiettivo il reinserimento sociale ed economico, così come da progetto predisposto dalla Rete Antiviolenza (Comuni e altri soggetti aderenti)». Da sottolineare che in consiglio comunale e in diversi ambiti pubblici il progetto è sempre stato presentato come un recupero a fini sociali per ospitare una "casa rifugio" oltre che la sede del centro anti-violenza. Anche i finanziamenti regionali erano stati chiesti per un bando che riguardava le case rifugio, bando che però comprende al suo interno case rifugio ad alta protezione ad indirizzo segreto, sase rifugio che non prevedono indirizzo segreto, case verso la semi-autonomia o autonomia delle donne vittime di violenza per il consolidamento del percorso di autonomia e il reinserimento sociale ed economico. Quest'ultima è quella che sarà realizzata all'interno della struttura di via Pasubio.

«La struttura – precisa la coalizione – non è tra quelle destinate, per legge, a rimanere segrete. Inoltre indicazioni normative e testi in materia hanno sottolineato come i Centri Antiviolenza debbano essere “facilmente accessibili, adeguatamente pubblicizzati”, perché le donne sappiano dove potersi rivolgere e perché tutti sappiano che le donne non sono lasciate sole!»

«Il progetto non è nuovo – prosegue la nota stampa – come molti ricorderanno era già stato presentato in Consiglio Comunale nel maggio 2016, molto da allora è stato fatto, ma occorre arrivare quanto prima alla concretizzazione delle idee. Questo è quanto auspicato nei messaggi condivisi domenica pomeriggio dalle rappresentanze politiche, associative, culturali e cittadine davanti ai cancelli chiusi della villetta che ospiterà il Centro Antiviolenza (ora ubicato in via XX Settembre a Legnano).

Il lavoro da fare è sicuramente molto per questo servono tutte le risorse del territorio affinché ognuno possa mettere in campo le proprie conoscenze e le proprie energie, così come fatto domenica dai presenti e dai tanti che hanno dato sostegno all’iniziativa. Si è parlato di futuro, di colori, di messaggi e oggetti che simbolicamente (per ora) arrederanno la villetta, perché possa essere non solo un edificio, ma una casa accogliente per chi ne avrà bisogno. Se ne è parlato, insieme uomini e donne perché noi di “Io Amo Legnano” pensiamo che di questi temi se ne debbano occupare anche gli uomini, il primo tra loro a farlo è – e sarà – il Sindaco Alberto Centinaio che ha sottolineato l’importanza di una forte politica per le pari opportunità nel governo della città.

Siamo contenti che Legnano abbia dimostrato grande sensibilità nel ricordare le tutele da adottare nei casi di violenza, contenti di sapere che sono in molti a mettere in campo le proprie capacità, c’è bisogno di tutti perché LE DONNE NON SONO SOLE, CHE SI SAPPIA». 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Giugno 2017
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