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LETTERA IN REDAZIONE: "UNA SOCIALISTA PARABIAGHESE A BRUXELLES"

16 Dicembre 2008


 
‘Il 2008 è l’anno europeo del dialogo interculturale e nei giorni del 10 e 11 dicembre 2008 mi è stata data l’opportunità di partecipare a una conferenza su questo importante argomento presso il Parlamento europeo a Bruxelles. Con me c’erano altri giovani provenienti dai 27 stati membri che – come me – condividono la passione per la politica e hanno una formazione socialista.Ad accoglierci è stato Jan Marinus Wiersma – vicepresidente del Gruppo Socialista al Parlamento europeo.
 

Sono immediatamente rimasta colpita dall’eccellente organizzazione dell’evento, della cordialità degli organizzatori e, soprattutto, dalla capacità del personale di esprimersi correttamente in molte lingue europee, che ha facilitato il nostro inserimento alla conferenza (oltre al fatto di avere a disposizione un’interprete in molte delle lingue europee).

Ci hanno assegnato la sala Anna Lindh, socialista svedese e ex presidentessa del Consiglio d’Europa nel 2001, uccisa nel 2003 e alla quale l'Unione Europea e gli Stati partner del Mediterraneo hanno deciso di intitolarle la Fondazione Euromediterranea per il dialogo interculturale. Questo importante particolare mi ha persuaso a pensare che i due giorni di conferenza si sarebbero svolti nel migliore dei modi.

E così è stato.Ad aprire la conferenza sul dialogo interculturale sono stati i due politici socialisti più importanti in Europa, Martin Schultz e Poul Nyrup Rasmussen, rispettivamente capogruppo del PSE al Parlamento europeo e Presidente del PSE.Ai due giorni di conferenza sono intervenuti altri parlamentari socialisti d’Europa, dalla Grecia, alla Slovacchia, sottolineando l’importanza del Partito Socialista in un contesto culturale nazionale e europeo.Concludo la cronaca degli avvenimenti, proseguendo con le mie personali conclusioni a margine del dibattito – fitto e costruttivo – che ha caratterizzato i due giorni a Bruxelles, dai quali sono tornata più socialista, europeista e democratica di quando ho lasciato l’Italia con la neve e la paura di volare a tenermi compagnia.Europeismo, socialismo e democrazia. Tre principi che ho confrontato con i miei coetanei e che aiutano i giovani socialisti a non avere barriere, culturali, linguistiche o razziali. Siamo tutti europei, abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri, partecipiamo con gli stessi mezzi alla vita pubblica dei nostri Paesi.

Ci avvicina il principio socialista che rende la nostra mente culturalmente aperta al dialogo e alle diversità, all’integrazione, alla mescolanza di tradizioni e culture. Un passo importante per realizzare il sogno di un’Europa multiculturale è quello di rendere l’informatizzazione accessibile a tutti, ma soprattutto l’abbattimento delle barriere linguistiche e culturali, che viene favorito dalle scuole. Incoraggiando l’istruzione si cresce certamente dal punto di vista economico e tecnologico, ma soprattutto, promuovendo la cultura fine a se stessa, si sconfigge la paura della diversità, che sfocia nei germi del populismo e del razzismo.

Abbiamo discusso sui vari metodi di istruzione nei Paesi membri dell’Ue, con esperti provenienti da Francia, Austria e Italia ed è emerso che nei primi due Paesi (soprattutto in Austria, a mio avviso), si spendono tempo e denaro per integrare gli stranieri sia dal punto di vista linguistico sia culturale e aiutandoli anche a mantenere le proprie radici. Come è possibile? A Vienna, per esempio, si è scelto di “recrutare” insegnanti madrelingua di circa 15 lingue diverse per corsi extra agli stranieri, proprio per permettere loro di mantenere le proprie culture, imparando la lingua dello Stato in cui si trovano. In Francia si è attuata la medesima soluzione, con meno lingue in gioco. L’Italia rimane – per molti versi – fanalino di coda, in quanto si sceglierà di creare “classi ponte” per i bimbi stranieri.

La soluzione sarebbe plausibile – secondo gli esperti – per individui con un’età non inferiore ai 15 anni, per i quali l’apprendimento di una nuova lingua, risulta già più difficile. L’abbattimento delle barriere linguistiche risulta comunque un primo passo verso l’integrazione in quanto, permetterebbe ai cittadini europei di comunicare tra loro e di mescolare le diverse culture, realizzando anche l’obiettivo della mobilità all’interno dell’Unione europea. Potrei utilizzare pagine per descrivere quello che è accaduto nella sala Anna Lindh nei giorni 10 e 11 dicembre 2008, ma voglio rimarcare il successo della futura classe politica e dirigente socialista: il dibattito è durato a lungo, i giovani europei erano ansiosi di avere delle risposte e di esprimere la propria opinione, diversa a seconda del Paese dal quale proveniva la domanda o l’osservazione, ma uguale nell’unità del pensiero e nella cultura socialista che, in Europa, sembra avere un obiettivo comune: le persone!Conferenza sul dialogo interculturale che ha visto crescere circa 100 giovani europei e che verrà finalizzata con un documento, al quale stiamo lavorando assiduamente e che aiuterà noi – i giovani socialisti d’Europa – a realizzare il sogno di un’Europa unita, non solo geograficamente e politicamente ma anche culturalmente.Yes, we can! 

Pamela De Rosa

Vice segretaria

Partito Socialista Parabiago

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