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Trasporto Pubblico non di Linea, in crisi anche nell’Alto Milanese

Artusa di F.A.I. Trasporto Persone ha spiegato le criticità del settore. Domani, 26 giugno i lavoratori scenderanno a Roma per manifestare

trasporto pubblico non di linea

Lavoratori del Trasporto Pubblico non di Linea e quello del comparto turistico pronti a manifestare per chiedere al Governo una mano concreta per evitare il fallimento. Ad incrociare le braccia, domani 26 giugno, in piazza del Popolo a Roma ci saranno anche professionisti dell’Alto Milanse e zona  coinvolti nel settore del trasporto privato (pullman e auto per l’nnc).  «L’epidemia dovuta al Covid 19 ha fatto riemergere una sorta di bipolarismo che affligge l’Italia ormai da decenni – commenta Francesco Artusa di F.A.I. Trasporto Persone -. Da un lato categorie di imprese e lavoratori così tutelate da non subire alcun contraccolpo economico grazie ai contributi statali, dall’altra migliaia di imprese e lavoratori lasciati senza alcun sostegno specifico».

Le aziende e i lavoratori chiedono non solo contributi a fondo perduto, ma anche la sospensione di imposte, tasse e leasing, oltre che affitti commerciali. «Si tratta di spese impossibili da affrontare visto che non c’è fatturato, dal marzo 2021 – afferma Artusa -. Chiediamo anche il prolungamento degli ammortizzatori sociali e l’incentivazione della mobilità turistica e ricettiva riaprendo i musei, consentendo le visite guidate e rimuovendo gli ostacoli alla ripresa come i ticket Bus o le tasse di soggiorno in ogni città». Il trasporto pubblico non di linea, secondo Artusa, è in evidente difficoltà in quanto è il «fratello dimenticato del trasporto pubblico che è fortemente aiutato».

Numerose aziende rischiano di chiudere i battenti, in quanto, non hanno domande da parte del mercato, ciò significa mettere a rischio i posti di lavoro. «Vorremmo che le istituzioni collaborassero tra di loro ad un unico progetto, una visione di un Paese che metta la mobilità e il turismo tra i pilastri necessari alla ripresa, fin qui, concetto espresso solo nelle intenzioni. Se così fosse, avremmo avuto un’indennità che teneva conto della stagionalità e non solo del fatturato di aprile. Vogliamo dare il nostro contributo, mettere a disposizione il nostro know how, ma per far questo, occorre mettere in sicurezza le nostre aziende e le centinaia di migliaia di posti di lavoro che dipendono da noi. Per questo torniamo in piazza e lo faremo fino a quando non vedremo aiuti concreti».

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Pubblicato il 25 Giugno 2020
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