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Il Tacchificio di Villa Cortese compie 60 anni: “Torneremo presto a indossare i tacchi”

Intervista alla direttrice Marketing Silvia Paganini. Neanche in pieno lockdown è venuto meno lo spirito innovativo dell'azienda che ha lavorato in ricerca e sviluppo in attesa che si possa tornare a indossare tacchi vertiginosi in occasione di eventi e manifestazioni

Tacchificio Villa Cortese

Anche quando l’emergenza sanitaria ha imposto la chiusura delle aziende non essenziali, il Tacchificio di Villa Cortese non si è fermato: se la produzione ha inevitabilmente subito uno stop, non è stato così per la ricerca e lo sviluppo dei prodotti sui quali gli addetti non hanno mai smesso di operare, seppure da remoto. Neanche in pieno lockdown è così venuto meno lo spirito innovativo dell’azienda leader del settore che quest’anno festeggia 60 anni.

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Un traguardo importante che il tacchificio ha coronato anche con un prestigioso accordo con My Chic Jungle società di consulenza per l’innovazione e la comunicazione digitale che ha affiancato in questi ultimi mesi l’azienda nel processo di open innovation sulla tracciabilità e sulla sostenibilità dei tacchi,  attraverso l’utilizzo del registro digitale la blockchain.

Silvia Paganini è il direttore marketing e commerciale del Tacchificio Villa Cortese. Questo accordo è un’ulteriore innovazione messa in atto dall’azienda…

La blockchain è una tecnologia che ci dà  la possibilità di tracciare e certificare le performances meccaniche e l’impatto ambientale del prodotto stesso, ma è anche uno strumento di comunicazione per arrivare all’utilizzatore della calzatura che avrà così la possibilità di vedere certificato il valore aggiunto di un prodotto di alta moda rigorosamente prodotto in Italia.

Questo è stato un anno difficile eppure non avete smesso di fare ricerca e sviluppo sui vostri prodotti

Non è un momento facile, la moda è uno dei settori maggiormente colpiti da questa emergenza. Fortunatamente collaborando con il settore del lusso, che meno ha sofferto delle chiusure, siamo riusciti a resistere. Anche quando siamo stati costretti a fermare la produzione siamo andati avanti a lavorare su progetti di ricerca materiale e innovazione dei processi aziendali. Lo abbiamo fatto in  smartworking, da remoto: questo ha fruttato, perchè in pieno lockdown sono stati sviluppati i primi due brevetti del Tacchificio.

L’attenzione è anche nei confronti della sostenibilità

Per noi è importantissima. Anche nella ricerca dei materiali cerchiamo sempre di prestare attenzione a questo aspetto: 60 anni fa i tacchi venivano realizzati in legno, poi è seguita la fase della plastica e oggi puntiamo su materiali innovativi e sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico, come biocompositi e materiali caricati con fibre di vetro o di carbonio.

La pandemia cambierà il modo di scegliere e indossare i tacchi?

Attualmente i tacchi che vanno per la maggiore sono quelli più larghi e bassi: già prima dell’emergenza sanitaria il tacco allargato aveva preso il sopravvento su quello a spillo. In questi mesi di chiusure, dove sono mancate le occasioni per indossare abiti eleganti, molti stilisti hanno puntato su scarpe basse rispondendo alla richiesta di comodità, ma non escludo che con la fine di questa pandemia possa esserci un ritorno al tacco alto e a spillo: la voglia di indossare qualcosa di diverso e che ci faccia sentire bene credo sia molta.

Come vede i prossimi mesi?

Di certo non ci possiamo permettere altre chiusure e riaperture, ma se proseguiamo così mi aspetto un un periodo di ripresa, come sta già avvenendo negli Stati Uniti

Silvia lei è stata presidente di Confindutria Giovani Alto Milanese, quanto è importante il sostegno delle associazioni di categoria?

Credo sia fondamentale fare rete tra imprenditori. Il supporto dell’associazione di categoria è stato importantissimo in questo periodo caratterizzato da continui cambi di regole, Dpcm e norme da applicare e interpretare. Anche per quanto riguarda l’innovazione e la sostenibilità è sicuramente un valore aggiunto fare rete con un distretto a km0.

Il Comune di Legnano si è impegnato con una mozione approvata in consiglio comunale a creare un Istituto Tecnico Superiore sul territorio. Regione Lombardia sta spingendo molto sulla formazione post diploma, da imprenditrice cosa ne pensa?

Sono sicuramente favorevole alla formazione professionalizzante che non deve più essere considerate una formazione di serie B. Come azienda abbiamo preso in stage uno studente del corso Ifts calzaturiero che purtroppo non è stato più riattivato al Bernocchi di Legnano.  Oggi questo studente è nostro collaboratore a tempo indeterminato e siamo molto contenti di lui.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Maggio 2021
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