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La parabola del catalogo Postalmarket, vero precursore dei moderni marketplace

Il mondo dell’e-commerce è dominato dai marketplace generalisti attraverso i quali è possibile acquistare qualsiasi cosa, con una varietà di prezzi e di offerta talmente ampia da creare un senso di smarrimento e talvolta di frustrazione

Postalmarket

Il mondo dell’e-commerce è dominato dai marketplace generalisti attraverso i quali è possibile acquistare qualsiasi cosa, con una varietà di prezzi e di offerta talmente ampia da creare un senso di smarrimento e talvolta di frustrazione. Parliamo ovviamente di Amazon, sempre al centro delle cronache, sia per la spinta all’innovazione voluta da Jeff Bezos, sia per aspetti che riguardano la tutela dei lavoratori costretti a turni massacranti e a controlli al limite del film distopico. 

Poi c’è Ebay, punto di raccolta per eccellenza di venditori di ogni tipo, che arranca e cerca di rimanere rilevante in un mercato altamente competitivo, reso ancora più difficile dalla presenza di Aliexpress, l’alternativa cinese in grado di abbattere ancor più più i prezzi, a fronte di attese interminabili

Il commercio corre su internet, e anche chi ha dei punti vendita fisici non può esimersi dal proporre la propria merce sul proprio negozio virtuale, personalizzandolo con offerte dedicate.
Tra questi ci sono quegli store che vendono un po’ di tutto, dall’abbigliamento per tutta la famiglia, alla biancheria, all’oggettistica per la case e per il tempo libero. Vedere la varietà di prodotti presenti su un volantino NKD, store conosciutissimo e molto diffuso in Europa con 1850 punti vendita in tutto il continente, non può che far tornare in mente quello che era il catalogo per eccellenza per le vendite per corrispondenza, vale a dire, Postalmarket.

Per le persone più giovani questo nome significherà poco o nulla, ma per chi ha già superato i 30 anni, si tratta di un tuffo nostalgico nel pieno della propria infanzia. 

Andiamo a ripercorrere in breve la storia di questo catalogo, che se vogliamo, è stato un precursore di un modo di fare commercio lontano dai negozi fisici.

I primi passi

Postalmarket nasce nel 1959 da un’idea illuminata di Anna Bonomi Bolchini, una Immobiliarista (che per la cronaca costruì il Pirellone), proprietaria di agenzie di assicurazioni e banche, e di una serie di altre attività. Insomma, un personaggio con uno spiccato spirito imprenditoriale, operante in settori in apparenza agli antipodi. Erano gli anni del boom economico post bellico e l’intuizione della Bonomi fu quella di pensare a un modo per raggiungere i piccoli centri abitati in cui le proposte commerciali scarseggiavano, offrendo alle persone che ci abitavano uno strumento versatile e completo per effettuare i proprio acquisti, trovando delle alternative alla merce presente nella piccola distribuzione locale. 

Il primo catalogo viene stampato nel 1960 in diecimila esemplari da distribuire principalmente nelle edicole.

Il successo del catalogo è travolgente con un aumento dei clienti costante. Anche la proposta al suo interno cresce anno dopo anno, con articoli per tutte le tasche. La merce viene spedita dal magazzino di Baranzate, sostituito nel corso degli anni da una base logistica più capiente e capace di far fronte alle richieste. 

L’apice del successo

Negli anni ‘80 Postalmarket raggiunge l’apice del suo successo con una fatturazione che si aggira attorno ai 400 miliardi di lire, con la spedizione di 250 mila pacchi ogni anno. 

L’avanzata di quello che era diventato a tutti gli effetti un colosso del commercio (impensierito solo in parte dall’altro catalogo presente nelle case degli italiani, quello Vestro), pareva inarrestabile, ma la fine di quel decennio è caratterizzata dalle prime aperture degli ipermercati, con un aumento delle alternative per il consumatore e una concorrenza che diventa agguerrita. Cominciano i tagli al personale e l’azienda per la prima volta in quasi 30 anni è costretta a ridimensionarsi.

Il declino

Con i primi esempi di transazione elettronica a distanza si pensava già alle nuove sfide, e il passaggio di proprietà puntava proprio al rilancio dell’attività con lo sfruttamento di queste nuove risorse. Nasce il primo sito di Postalmarket accompagnato però da un’altra riduzione del personale. 

Si cerca di promuovere i prodotti presenti nel catalogo con testimonial di richiamo, tra cui Valeria Marini, ma la parabola discendente dell’azienda è ormai inevitabile, con debiti difficili da coprire e dirigenti che finiscono in carcere per bancarotta fraudolenta. L’ultimo colpo di coda è quello delle televendite, ma senza gli effetti sperati. Nel 2015 arriva la liquidazione definitiva, e si compie quello che sembra l’ultimo atto di un fenomeno di costume che ha accompagnato gli italiani dagli anni ’60 in poi.
E recentissima però la notizia della rinascita di Postalmarket attraverso una piattaforma di e-commerce tecnologicamente all’avanguardia. Sulla copertina del catalogo virtuale Diletta Leotta: basterà per attirare l’attenzione di un cliente che ormai è abituato a fare acquisti da ogni parte del mondo? 

Redazione
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Pubblicato il 12 Aprile 2021
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