Quantcast

Ex-Chimica Bianchi, Edison condannata a pagare 10 milioni per la bonifica

La Società dovrà pagare oltre oltre 10 milioni a Comune di Rho e Regione per le responsabilità dell’inquinamento

La  Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale Civile di Milano del 13 febbraio 2019, respingendo l’appello presentato dalla Società Edison: ora la Società dovrà pagare oltre 10 milioni di euro a Comune di Rho e Regione Lombardia per le responsabilità dell’inquinamento, avvenuto decenni fa, nell’area ex-Chimica Bianchi.

La sentenza esecutiva di 1° grado del Tribunale di Milano del 13 febbraio 2019 ha stabilito che “chi inquina paga”, secondo il principio comunitario recepito dal D.Lgs. 152 del 2006: un principio apparentemente semplice e ragionevole, che nella realtà si scontra con passaggi di proprietà, ricostruzioni storiche e diverse attribuzioni di responsabilità.

La causa civile intentata da Comune di Rho e Regione Lombardia contro Società Edison, oggi proprietaria dell’ex Chimica Bianchi, è stata lunga e accidentata: Edison ha messo in campo straordinarie risorse legali per evitare sentenze sfavorevoli che rappresentano un danno e anche un pericoloso precedente. Per questo la sentenza si può definire storica , anche perché riconfermata dalla Corte d’Appello: l’interesse pubblico ha prevalso nei confronti di un danno ambientale tanto evidente negli effetti e nelle cause.

Il sindaco Pietro Romano ha così commentato: «Chi inquina paga !! Questo è in sostanza il principio affermato anche dalla Corte d’Appello di Milano che ha confermato la sentenza di primo grado favorevole al Comune di Rho. Spero vivamente che a questo punto Edison provveda spontaneamente a pagare quanto dovuto risarcendo così la nostra comunità dei danni subiti nel corso degli anni».

La vicenda

La ditta Chimica Bianchi – acquistata poi da Edison – da inizi ’900 ha utilizzato vasche di stoccaggio di solventi organici che hanno rilasciato nel terreno composti estremamente tossici, inquinando la falda superficiale e la prima falda sotterranea nella zona Sud di Rho, vicino all’Olona. Dopo un intervento di messa in sicurezza a fine anni ’80, a fine anni ‘90 il rilascio di sostanze inquinanti ha costretto alla creazione di una barriera idraulica esterna, ancora oggi attiva, che consente di

estrarre acqua di falda e trattarla con carboni attivi per eliminare l’inquinamento, come verificano poi pozzi piezometrici a valle. La barriera, realizzata a spese pubbliche, ha un costo di gestione elevato di diverse centinaia di migliaia di euro all’anno, sempre a carico degli enti.

La soluzione. Comune e Regione sono da tempo impegnate nel risolvere definitivamente il problema: la bonifica integrale del focolaio inquinante o una sua asportazione appaiono gli unici interventi realisticamente efficaci. Per iniziativa dell’assessorato all’Ecologia del Comune di Rho alcuni progetti sono già stati presentati, mentre il Settore Bonifiche della Regione Lombardia è stato promotore di una sperimentazione, attualmente in corso, finalizzata al trattamento disinquinante del focolaio sfruttando biodigestori.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 01 Aprile 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore