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Operatori Lule a Legnano per aiutare gli “invisibili”

Con il progetto  "Mettiamo le ali – Dall’emersione all'integrazione" gli operatori Lule avvicinano uomini e donne,vittime di tratta e grave sfruttamento

Non conoscono i loro diritti e per sopravvivere sono costretti a vivere nell'illegalità, sfruttati come schiavi. Sono gli invisibili: uomini e donne che chiedono l'elemosina in strada, vendono merce contraffatta, smerciano droga nei posteggi, lavorano come "bestie" oppure vendono il proprio corpo. Vittime della tratta che vivono anche a Legnano. Per aiutare queste persone fragili, con discrezione e costanza, gli operatori della Onlus Lule sono scesi per le strade non solo della città del Carroccio, ma anche dei Comuni limitrofi.  

[pubblicita]      Lo scorso marzo, infatti, è stato attivato il progetto "Mettiamo le ali – Dall’emersione all'integrazione" che durerà sino al 31 maggio del 2020: l'iniziativa sovraprovinciale, giunta ormai alla terza "edizione", è finanziata dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Dopo un primo momento di formazione e messa in rete con le realtà del territorio, il progetto è da poco entratato nel vivo con le attività di individuazione e contatto di soggetti in difficoltà. 
 
L'obiettivo, come spiega Marzia Gotti, coordinatrice servizi di prossimità territoriale di Lule, è quello di realizzare «programmi di emersione, assistenza e integrazione sociale a favore delle vittime di tratta e grave sfruttamento che intendono sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti di soggetti dediti al traffico di persone. Parliamo di soggetti che subiscono grave sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio, economie illegali». 

In questo primo periodo i tre operatori impegnati in città, che usufruiscono del supporto di mediatori linguistici, hanno individuato diverse persone sfruttate per lo più di nazionalità magrebina, nigeriana, senegalese, pakistana e uomini provenienti dal Bangladesh. «A loro offriamo informazioni sui loro diritti – sottolinea Gotti -, cerchiamo di ottenere la loro fiducia per far capire che esiste un percorso per poter essere persone libere. E indichiamo i servizi, anche sanitari, ai quali possono accedere». 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Giugno 2019
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