I rifiuti che si incontrano a bordo strada sono solo la punta dell'iceberg dei problemi che interessano l'area boschiva che parte dalla zona industriale di Legnano e si spinge fino a Castellanza. Una terra di nessuno, attraversata da via Dell'Acquarella, lunga arteria percorsa in prevalenza da camion, attorno alla quale si sviluppa un sottobosco di spaccio e prostituzione. 

«Fino a cinque anni fa i bambini ci giocavano in questi boschi», ci racconta un residente della zona che non riesce ad arrendersi di fronte al degrado e alla desolazione a cui ogni giorno è costretto ad assistere. Una lotta in solitaria, la sua. Il cittadino è stato in Comune, sia a Legnano che a Castellanza, in Polizia, ma a parte qualche intervento di pulizia, tutto rimane sempre uguale. 

«Lanciare il pattume dai finestrini è ormai una moda», spiega sconfortato mentre indica i sacchetti della spazzatura abbandonati ai margini della strada e all'interno del bosco. «Li tengo sotto controllo e alcuni sono qui da tempo. Non riuscirò mai a capire cosa spinge le persone a liberarsi in questo modo dei rifiuti». Qualcuno ha abbandonato lo scheletro di un passeggino giocattolo e non è raro trovare carcasse di elettrodomestici e componenti di arredo per la casa. «Basterebbero due telecamere mobili per incastrare chi si comporta da incivile», esorta il cittadino che cita come esempio Bolzano dove gli occhi elettronici hanno portato ingenti casse di denaro nelle casse comunali. «Le Istituzioni devono fare qualcosa», insiste.

Mentre percorriamo in auto via dell'Acquarella il residente ci mostra alcuni sentieri battuti che sbucano sulla strada: «Queste sono le piazzole dove gli spacciatori, perlopiù nordafricani, danno appuntamento ai clienti: la consegna della droga è rapida e ben organizzata. In alternanza ci sono le zone "riservate" alle prostitute dell'Est». Per fortuna sotto la galleria gli operai stanno lavorando per ripristinare l'illuminazione, altrimenti, qui in via dell'Acquarella, la desolazione sarebbe assoluta.