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25 aprile: «La comunità si ricostruisce ripartendo dai valori»

Uno sguardo al passato, ma anche e soprattutto al futuro, nella commemorazione sangiorgese dell'anniversario della Liberazione.

«Oggi, 25 aprile 2017, siamo qui a commemorare questa data perchè abbiamo un compito molto importante: non dimenticare. O forse continuiamo a commemorare perchè abbiamo paura di dimenticare e ricadere negli stessi errori del passato. Oggi, però, non voglio parlare solo del passato, ma anche del futuro». Con queste parole il sindaco di San Giorgio su Legnano Walter Cecchin ha aperto le celebrazioni per il 72° anniversario della Liberazione

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25 aprile 2017 - San Giorgio su Legnano 4 di 9

Uno sguardo al passato per non dimenticare, quindi, ma anche e soprattutto uno sguardo al futuro. Perchè anche se in questo momento storico l'Italia continua ad annaspare nella morsa della crisi e il mondo intero sta riscoprendo la paura, anche se in un'accezione diversa da quella del 1945, «non voglio e non posso credere – ha commentato il sindaco Cecchin – che non riusciamo a rialzarci». E per rialzarsi, secondo il primo cittadino sangiorgese, bisogna ripartire dalla comunità, senza però dimenticare i popoli che vivono ai margini dell'Europa: «La comunità si ricostruisce ripartendo dai valori: siamo liberi di scegliere, di decidere, di dialogare. Se vogliamo una comunità più equa lavoriamo senza alzare muri e tracciare confini». 

Alle parole dell'inquilino di Piazza IV novembre, ha fatto seguito il discorso della sezione sangiorgese dell'ANPI, che ha ricordato l'altissimo prezzo pagato per ottenere la libertà: il sacrificio delle donne e degli uomini che si sono impegnati in prima persona e di chi, non potendosi schierare in prima linea, li ha aiutati come poteva; il sacrificio degli oltre 250 giovani sangiorgesi che furono arruolati tra il 1940 e il 1945; il sacrificio degli internati militari italiani, dei deportati e di tutti coloro che hanno vissuto, a qualunque titolo, quei terribili momenti. «Cosa speravano tutte queste persone per i loro discendenti? Tra le loro ultime parole, le più frequenti erano libertà, giustizia sociale, patria, bontà, coscienza, famiglia. Siamo di fronte ad una caduta dei valori su tutti i fronti: chi ha lottato l'ha fatto per una società più giusta, dobbiamo rilanciare la cultura della legalità, la politica, ma soprattutto la partecipazione. C'è un'Italia diversa, che dà speranza a tutti coloro che perseguono ideali di giustizia».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2017
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