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Centrale di biogas: residenti pronti alla mobilitazione

Una cinquantina di persone  alla prima assemblea pubblica sull'impianto. Il Pd sull'impianto di compostaggio: "Un'opportunità per il territorio"

Residenti di San Paolo e Mazzafame pronti alla mobilitazione per fermare l'insediamento della centrale di biogas e di compostaggio in via Novara, a meno di un chilometro dall'ospedale cittadino. Una cinquantina di persone hanno preso parte ieri sera (18 marzo) alla prima assemblea pubblica organizzata per presentare e contestare l'impianto che potrebbe trasformare 40mila tonnellate di residuo umido (Forsu) in compost e biogas. 

«Serve una spinta dal basso», l'appello di Bruno Monhurel, relatore della serata, che si è conclusa con la decisione di costituire dei tavoli di lavoro tra residenti ed esperti per meglio studiare il progetto, di cui si attende ancora la versione definitiva. Questa sarebbe stata discussa l'11 marzo in conferenza dei servizi: «La richiesta di accesso agli atti è stata fatta ma non abbiamo ancora avuto risposta», ha detto Monhurel che non ha potuto fare altro che proiettare disegni e dati relativi all'ultimo progetto del 2013. 

I residenti non sono contrari a priori alla centrale a biogas, sistema utile per la trasformazione dei rifiuti, ma si dicono preoccupati, principalmente, per due motivi: la vicinanza (700 metri) all'ospedale di Legnanoe e al parco Alto Milanese dove a pochi passi vi è anche una cascina con allevamento di animali. Dalla sala è stata chiesta quale sia la posizione dei dirigenti dell'azienda ospedaliera, non presenti alla serata, dato che il progetto era stato bloccato proprio per la troppa vicinanza al nosocomio, "accorciata" poi da una norma  regionale.

Interpellato inoltre Angelo Pisoni: «E l'esponente dei Verdi? – ha poi aggiunto Monhurel – cosa ha fatto quando era presidente del parco Alto Milanese? E i partiti? Dove sono? A vedere la partita?». Presente un solo rappresentante della lista civica riLegnano, intervenuto però a titolo personale, il quale ha invitato i residenti al confronto con l'amministrazione. 

Stando ai dati disponibili, da 40mila tonnellate di umido l'anno se ne ricaveranno 8mila di compost. Il timore riguarda le sostanze inquinanti e gli odori che potranno arrivare in una zona dove il vento è quasi sempre assente: «I miasmi ci costringeranno a tenere le finestre chiuse». 

Ma i dubbi riguardano anche il costo dell'acqua, la sicurezza e le tecnologie che non sembrano essere le ultime all'avanguardia. Il ruolo dei residenti sarà quello di studiare il progetto per chiederne l'annullamento o il miglioramento. L'impianto dovrebbe avere un costo di 21 milioni di euro, ma per quest'opera mai iniziata ne sono già stati spesi (dalla precedente amministrazione) 5: due per il progetto, tre per l'acquisto del terreno su cui è in corso un'operazione giudiziaria. 

Intanto in giornata è arrivata una nota stampa da parte del Partito Democratico cittadino che considera l'impianto «un'opportunità per il territorio per le future programmazioni regionali in tema di raccolta e di smaltimento rifiuti, un progetto molto lungimirante che concorre al rilancio dell’economia locale anche attraverso la creazione di ulteriori posti di lavoro». Qui il comunicato per intero.

Per approfondimenti: Al via l'iter per il centro di compostaggio

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Marzo 2015
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