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Lanciarsi nell’affido: l’esperienza felice di una mamma con due fratellini

In affido familiare questi bambini sono diventati più sereni, e con loro anche la famiglia di origine, che vedono regolarmente

famiglia

«Non bisogna pensarci troppo, bisogna buttarsi». Proprio come succede sempre, quando si decide di diventare genitori.
A raccontare così la scelta di diventare famiglia affidataria è Chiara (nome di fantasia), che assieme al compagno con cui sta da 15 anni, ha sempre desiderato avere dei figli «magari in adozione, pensavo – racconta lei – poi quando è diventato chiaro che non avremmo potuto avere figli naturali abbiamo subito chiesto un appuntamento per l’adozione e contemporaneamente abbiamo chiesto un colloquio anche per l’affido, di cui non sapevo molto in realtà, ma non appena ci è stato presentato dagli esperti dell’Albero della vita abbiamo capito che questa dell’affido era la nostra strada».

La decisione è stata presa, nonostante i dubbi sulla capacità di essere all’altezza del compito, di gestire tutti gli impegni, un po’ come accade a tutti i genitori: « All’inizio pensavamo di accogliere un bambino solo – ricorda Chiara – poi è arrivata la chiamata per due fratelli 2 anni e mezzo il più piccolo, 6 il grande. Eravamo scettici, soprattutto il mio compagno ma appena ci hanno presentato la situazione abbiamo capito che non saremmo potuti andare avanti con le nostre vite senza sapere come sarebbe andata per questi fratelli e così li abbiamo accolti in famiglia, nella nostra casa sul Lago Maggiore».

Accadeva due anni fa, nel 2019: «Paradossalmente il lockdown ci ha aiutato molto. La convivenza obbligata in casa per tutto il giorno ci ha aiutato molto a costruire un rapporto intimo», afferma Chiara ricordando anche il grande supporto in questo offerto dal gruppo delle famiglie affidatarie (che hanno uno gruppo Facebook per confrontarsi) e il sostegno psicologico per i genitori affidatari garantito una volta al mese dalla Fondazione Albero della vita e che « inizialmente mi sembrava un impegno gravoso ma in realtà serve tanto, forse servirebbe a tutti i genitori anche per affrontare la paura di sbagliare».

L’affido dei due fratellini a Chiara e al suo compagno è a lungo termine: per una serie di ragioni non è previsto per loro il rientro in famiglia . Ma i bambini vedono regolarmente la mamma e la nonna: «Quando li portiamo all’incontro è l’unico momento in cui ci rendiamo conto che non sono i nostri figli – racconta Chiara – All’inizio da parte loro, della mamma e della nonna, c’era un po’ di rabbia, di diffidenza anche, ma ora anche con noi genitori affidatari hanno instaurato un rapporto molto collaborativo. La nonna ci adora proprio, secondo me perché vedendo i bambini più sereni e contenti anche loro sono più serene nel volere bene, proprio nel senso di volere il bene, assieme a noi, di questi bambini».

Foto di White77 da Pixabay

Redazione
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Pubblicato il 12 Maggio 2021
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