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Le Bellezza trova casa a Rho, inaugurato il nuovo Teatro Civico de Silva

Con “Il concerto perduto” di Sollima inaugurata la sala di piazza Jannacci

nuovo teatro Rho

La Bellezza ha trovato casa a Rho, nel nuovo Teatro Civico Roberto de Silva. Entusiasti i 480 invitati alla serata inaugurale caratterizzata da una doppia fascia tricolore, quella del sindaco Andrea Orlandi e quella da lui donata al predecessore Pietro Romano, il “Sindaco del Teatro”, e dalle musiche meravigliosamente eseguite dal maestro Giovanni Sollima, da Federico Guglielmo e dall’ensemble il Pomo D’Oro.

Apre il nuovo tempio della cultura di Rho, una vera cattedrale dell’arte che sbaraglia ogni scetticismo”, ha esordito la sera del 25 novembre il presentatore Alvin, nativo della città. In platea autorità civili, religiose e militari, tutti coloro che come progettisti e costruttori hanno contribuito all’opera, oltre a esponenti del mondo culturale e teatrale milanese, a partire da Giuseppe Vita e Luisa Vinci, rispettivamente presidente e direttore generale dell’Accademia Teatro alla Scala. Molti gli esponenti di Arexpo (tra cui l’ex presidente, il rhodense Giovanni Azzone), Mind e Human Technopole. E poi l’onorevole Vinicio Peluffo, il vicepresidente del consiglio regionale Carlo Borghetti, il consigliere regionale Simone Giudici, il presidente della Fondazione BPM Umberto Ambrosoli; la presidente della Fondazione comunitaria Nord Milano Paola Pessina. Presenti Fulvio Renoldi Bracco, nipote di Diana Bracco;  Claudio Benedetti, direttore generale di Federchimica; Maria Giovanna Mazzocchi, presidente dei Cavalieri del lavoro di Lombardia;  rappresentanti delle associazioni imprenditoriali cittadine. In sala anche  il giovane attore rhodense Matteo Oscar Giuggioli, che ha mosso i primi passi in città al Teatro dell’Armadillo.

CHI HA VOLUTO E PROMOSSO

Tre i momenti che hanno anticipato il taglio del nastro. Il primo è stato l’incontro con chi ha voluto e promosso la costruzione della struttura, l’ex sindaco Pietro Romano e la dottoressa Diana Bracco, presidente e amministratore delegato del Gruppo Bracco, che ha finanziato la costruzione.

Qui hanno lavorato persone competenti, l’acustica è il punto di forza della sala, la musica vi troverà casa ma anche la prosa – ha esordito Diana Bracco – Conosco la sala di Salisburgo e trovo qualche somiglianza però questa è molto più bella e vanta le poltrone che la Scala dovrebbe avere, belle comode. Un tempo qui c’era la Diana de Silva Cosmètiques che produceva essenze e profumi, poi il mercato è cambiato e la fabbrica è andata a spegnersi. La rigenerazione urbana ora portata avanti è  interessante sotto tanti aspetti. La pergamena deposta nella prima pietra dice il sogno di questa scatola magica: un luogo per le giovani generazioni, dove il loro entusiasmo e la loro energia trovino spazio. Credo che l’obiettivo sia stato centrato”.

Accanto alla pergamena Pietro Romano depose anche un cornetto portafortuna: “Male non fa – ha ricordato l’ex sindaco – Volevamo un teatro bello e flessibile, capace di ospitare diversi eventi, da lì è nata l’idea della scatola magica. Ora sono veramente emozionato, questa sala l’ho vista crescere. Tutto è partito nel 2011 quando scrivemmo il primo programma amministrativo: la città voleva un teatro, si iniziò a verificare se questa fosse l’area giusta. Ho avviato un’azione di corteggiamento nei confronti della dottoressa Bracco con una prima lettera. Lei, lungimirante e appassionata di arte, cultura e bellezza, è stata capace di gettare, come forse solo le donne sanno fare, il cuore oltre l’ostacolo. Qui sono state investite risorse private molto importanti e bisogna riconoscerlo. Ricordo che Diana Bracco mi disse “quando noi ci impegniamo a fare le cose, le facciamo bene” e questo oggi è evidente. Qui si è concentrata la passione di molti. La mia soddisfazione è notevole: da un pensiero scritto in un programma elettorale, eccoci a inaugurare una splendida opera”.

CHI HA AVVIATO LE ATTIVITA’

Il secondo momento ha coinvolto chi ha avviato le attività ed è chiamato a “far andare la macchina”, per dirla con Alvin, “per non lasciarla in garage”. Fiorenzo Grassi, presidente della Fondazione Teatro Civico di Rho, impossibilitato a presenziare per motivi di salute, si è collegato al telefono.

Benvenuti! – ha detto – Sono grato alla dottoressa Bracco e al sindaco Romano per il loro senso di civiltà e cittadinanza, hanno pensato che alla città occorresse un teatro e non è cosa da poco. Una riga scritta sul programma è segno di attenzione per arte e cultura, Bracco ha investito regalando un bellissimo teatro che guarda all’Europa, il primo della città metropolitana, una bella casa per tutti coloro che vorranno venire a trovarci. Una struttura con visioni architettoniche proiettate verso il futuro. La sua conformazione spinge verso scelte importanti di carattere musicale, apriamo con un grande maestro che è Giovanni Sollima. Ora serve la pazienza di far crescere il teatro, da luglio c’è una squadra che sta lavorando con grande motivazione e impegno, dai tecnici agli organizzativi, da chi lavora per la comunicazione all’assessora Valentina Giro che si è molto spesa.

Buon teatro a tutti!”.

L’assessora al Teatro, Valentina Giro, ha citato Platone e il suo Simposio: “Questo luogo accende la passione e l’entusiasmo di chi ci entra, si sono attivate energie straordinarie. Tanti, visitandolo, hanno avuto una sorta di illuminazione e hanno detto “io ci sono, voglio esserci, voglio partecipare a questo progetto”. La squadra lavora con spirito di gruppo, ciascuno ha dato il meglio di sé, consapevole di essere parte di qualcosa di grande che va oltre il qui e ora: penso al Cda della Fondazione, al Csbno, a tutto il personale del Comune coinvolto, da operai a dirigenti di tutti i settori, cultura, comunicazione, lavori pubblici, commercio, urbanistica, polizia locale, tutti. C’è una specie di genius loci, un daimon, come diceva Platone nel Simposio parlando dell’amore, che aiuta gli uomini a elevarsi verso il divino. Come l’amore ci porta in una dimensione spirituale collettiva altra, ci fa guardare al futuro e ci fa progettare cose che non avremmo pensato di poter realizzare”.

Maria Antonia Triulzi, presidente del Csbno, Consorzio Cultura società biblioteche network operativo, che unisce 32 comuni, ha regalato a tutti lo slogan che anima il lavoro del team: la concretezza delle realizzazioni è la misura della bontà delle idee. “Questo è il nostro motto. Pensando a questa sala, penso ai teatri Liberty dei piccoli borghi sperduti della Valsesia. Una sfida per creare comunità. Un teatro è il luogo in cui la comunità cresce, così come era nell’antico teatro greco. Qui si è vinta una sfida per progetto e finanziamenti, questo suscita meraviglia. Noi siamo orgogliosi di contribuire a dare concretezza attraverso l’organizzazione del teatro”.

CHI DARA’ VITA ALLA SALA NEL TEMPO

Terzo momento quello con chi è invitato a dare vita a questa sala nel tempo. L’assessore regionale ad Autonomia e Cultura Stefano Bruno Galli ha portato i saluti del presidente Attilio Fontana e si è detto emozionato nel vedere finito il progetto: “La pandemia – è stata la sua riflessione – ha innescato dinamiche forti, ha tagliato le relazioni sociali, solo facendo leva su iniziative e luoghi della cultura è possibile per una comunità ritrovare le ragioni dello stare insieme. Ora mentre guardiamo al futuro con rinnovata fiducia, questo teatro offre una possibilità di crescita, di stare insieme. Regione Lombardia ha dato un contributo, 500mila euro per piazza Jannacci. Ma senza il privato non si combinerebbe niente. Nei due anni di pandemia gli investimenti dei privati in cultura, attraverso il meccanismo della defiscalizzazione,  sono passati in Lombardia da 187 a 213 milioni. Se il 16% è a carico di Regione, il 32% di Stato e Comuni, il 52% arriva da privati, che quindi detengono la maggioranza. Questo rapporto fecondo genera opere straordinarie come questa. Guardo a Diana Bracco con fortissima ammirazione: senza voi privati e la vostra generosità filantropica non potremmo avere opere commoventi come lo è questo teatro”.

Infine, il Sindaco Andrea Orlandi: “Abbiamo scelto come slogan benvenuta bellezza, credo sia la parola che descrive meglio quello che rappresenta il teatro. Quando ci si sente avvolti qui dentro dal calore del legno, le relazioni  diventano famigliari, c’è scambio tra le persone. E’ la magia di questo teatro, qui ci sentiamo nel nostro habitat e, quando usciamo, ne abbiamo nostalgia. Ringrazio Pietro Romano per la  lungimiranza e Diana Bracco per il suo grande mecenatismo. Questo luogo è fortemente legato alle donne che qui lavoravano e oggi lavorano, oggi il caso vuole che ci riuniamo nella Giornata contro la violenza sulle donne. Qui si costruisce la comunità, non c’è nulla di meglio di un teatro, un luogo dove si sogna, dove si costruisce il futuro, dove la relazione fra pubblico e artisti fa alzare lo sguardo,  ci fa lasciare i pesi che ci portiamo dietro ogni giorno e guardare al futuro. Mi auguro che il teatro possa compiere questa magia in città e seguire la sua vocazione sovra cittadina, metropolitana. E’ il teatro di Mind e di tutte le sfide che potremo affrontare. Fiorenzo Grassi ci garantisce un alto livello di spettacoli, accompagnato da un territorio che vede nel teatro una delle sue radici più profonde. Dai tempi del teatro di don Giulio Rusconi, la cultura è nel dna rhodense. Investire in questi tempi in cultura poteva far prendere per pazzi, ma è quello di cui più abbiamo bisogno. Oggi si arricchisce la città ma anche l’intero Paese. Guardiamo avanti con speranza. Come ogni listello del legno che ci avvolge è stato realizzato da operai di tutto il mondo con estrema artigianalità, così tutti insieme possiamo creare comunità”.

Il taglio del nastro sul palcoscenico ha coinvolto gli studenti delle scuole di musica cittadine affiancati da carabinieri e polizia locale in alta uniforme, accanto al gonfalone della città. Quindi la parola alla musica con “Il concerto perduto – Al Bunduqiyya”, ispirato al nome arabo di Venezia. Il maestro Giovanni Sollima, Federico Guglielmo e l’ensemble il Pomo D’Oro hanno conquistato con suoni inauditi i presenti, spaziando da Vivaldi a ritmi arabeggianti. Proponendo sue composizioni, Sollima ha dimostrato un legame speciale con il suo strumento, il violoncello, utilizzandone ogni centimetro.

Al termine della serata, per tutti un libro in omaggio. Lo ha realizzato il Gruppo Bracco con le fotografie scattate da Marco Pezzetta. E’ stato curato da Giuliano Faliva e si intitola “La scatola magica – Opera edificante in quattro atti”: racconta per immagini le persone, le attrezzature e l’architettura, il campo largo e il sogno. E’ dedicato a Roberto de Silva, “imprenditore innamorato dell’arte”, alle maestranze e a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare una struttura che da venerdì sera ha preso vita e si prepara ad accogliere gli spettacoli del cartellone 2022 e la nuova stagione 2023.

Alleghiamo qui il testo dell’intervento previsto da Diana Bracco:

“Questo luogo è per me pieno di ricordi e mi fa molto felice che là dove un tempo operava l’azienda di mio marito, la “Diana de Silva Cosmétiques Spa”, sia nato uno spazio multifunzionale per spettacoli teatrali e concerti – in altre parole un vero tempio dell’arte.

Mio marito Roberto de Silva era un imprenditore illuminato con una grande passione per la cultura. Esperto di arte moderna, mecenate e gallerista di successo, amava il bello in tutte le sue forme: un linguaggio universale, come quello della musica, capace di trascendere ogni barriera geografica e linguistica. Soprattutto in questi tempi difficili, dovremmo ricordare che la cultura è un grande strumento per la promozione della tolleranza e della pace, contro il riemergere di divisioni ed egoismi. Per l’Italia, in particolare, la cultura è anche un asset di crescita straordinario.

A proposito di cultura e di musica, è per me bellissimo che sia proprio un grande artista come Giovanni Sollima, che ringrazio di cuore, a inaugurare questo teatro dedicato a Roberto de Silva. Ricordo ancora l’enorme emozione del suo concerto speciale che si tenne il 10 settembre 2019, per celebrare la conclusione della prima fase dei lavori, quando il maestro ci regalò una performance musicale unica, con i suoni del suo violoncello che si facevano strada tra le lamiere e le immense pietre del cantiere alla presenza delle maestranze e di tutti i rappresentanti della città.

Oggi l’area di Rho dove sorgevano i reparti che producevano cosmetici di altissima qualità, grazie alla perizia e al talento di un personale soprattutto femminile, ha cambiato volto. Un progetto di rigenerazione urbana ha ridisegnato radicalmente il centro cittadino.

Il sogno si è compiuto e il Gruppo Bracco è orgoglioso di aver contribuito a questo progetto con la costruzione di questo splendido e avveniristico teatro.

In un’epoca, peraltro, in cui tanti gloriosi teatri italiani hanno chiuso.

Ricordo che in occasione della posa simbolica della prima pietra, una gru di cantiere collocò nello scavo delle fondamenta un plinto, che fu ricoperto di cemento. Vi era inserito un documento a nome della città, e una chiave, consegnata dai rappresentanti del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze. La pergamena, che firmai insieme al caro Sindaco di allora, Pietro Romano, recitava: “Oggi mettiamo un importante tassello nella realizzazione di un sogno, quello di una ‘scatola magica’ dove i nostri concittadini possano incontrarsi, meravigliarsi e condividere progetti. Dedichiamo questa iniziativa ai giovani, il nostro futuro, a cui auguriamo di avere sempre il coraggio di sognare e di diventare i veri protagonisti del nuovo teatro”.  

Grazie allora a tutti per essere qui con noi a inaugurare quest’opera straordinaria realizzata da persone straordinarie che ringrazio tutte insieme come squadra e una per una. A loro la mia gratitudine più sincera

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 26 Novembre 2022
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