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“L’uomo che raccontava storie d’amore”

"Il racconto della domenica” è a cura della scuola di scrittura creativa Edizioni del Cavedio coordinata da Fiorenzo Croci.

"Il racconto della domenica” è a cura della scuola di scrittura creativa Edizioni del Cavedio coordinata da Fiorenzo Croci.

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All’uomo che raccontava storie d’amore veniva facile trovarle, per lui era come andare in un laghetto e gettare la canna con l’amo, e quando gli chiedevano da dove prendeva tutta quella fantasia diceva che bastava guardare, non c’era niente di speciale, e il segreto semmai era quello di cogliere l’attimo, e quando una storia passava lì accanto annotarla su un foglio di carta, perché le storie d’amore, diceva l’uomo che le scriveva, sono come i sogni, svaniscono… e poi si rincorrono le une con le altre, e dicono tutte la stessa cosa, ma in modo diverso, per questo chi non le conosce sostiene che sono una banalità e chi invece è un appassionato non ne trova una simile a un’altra, ma un conto è leggerle e un altro è vederle quando corrono silenziose lì accanto, e l’unico modo per sapere come sono fatte, e quindi riconoscerle, è di averne vissuta una, e se qualcuno non ha vissuto una storia d’amore non le distingue, e così davanti all’indifferenza vanno via come barche su un fiume…
E ciò che l’uomo che raccontava storie d’amore consigliava era di osservare, prender nota, e scriverle subito, e questa, diceva, era l’unica sua abilità, ma c’era una storia che anche lui non aveva mai scritto, ed era quella più importante, forse l’unica che avrebbe davvero messo nero su bianco, ed era la sua… e pensare che per essa avrebbe dato qualunque cosa, proprio qualunque, perché un uomo che scrive è disposto per il suo lavoro davvero a tutto, e ancora non aveva capito se questo impedimento sarebbe durato per sempre o se era solo un tragitto di sofferenza per il quale tutte quelle storie servivano solo per maturare la sua, quell’unica che avrebbe voluto raccontare, e fra le due ipotesi propendeva però per la prima, perché l’essenza delle storie d’amore è il segreto, e lui non ne aveva mai conosciuto una sbandierata ai quattro venti, e per questo, forse, raccontava quelle degli altri e non la sua.

Racconto di Anna Bentivoglio, illustrazione di Daniela Di Benedetto

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Febbraio 2020
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