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Manca personale alla chirurgia della mano, l’Asst Milano Ovest chiede aiuto al privato

La «grave carenza dell’organico Medico della UOC Chirurgia Plastica – UOS Chirurgia della Mano» ha costretto l'Asst Ovest Milanese a stipulare una convenzione con la Multimedica di Milano. La crisi sanitaria si fa sempre più grave

Ospedale legnano

La richiesta sempre più diffusa sul fronte della chirurgia della mano e la mancanza di personale medico costringe l’Asst Milano Ovest a rivolgersi al privato. In una delibera emessa dall’azienda ospedaliera di Legnano si legge infattu che a seguito «della grave carenza dell’organico Medico della UOC Chirurgia Plastica – UOS Chirurgia della Mano» e della mancanza di «risorse per garantire l’espletamento dei turni di pronta disponibilità nelle 24 ore in queste specialità» è stata stipulata una convenzione con MultiMedica s.p.a. di Milano (struttura sanitaria privata accreditata SSN) per «l’acquisizione del servizio di pronta disponibilità, nella disciplina di Chirurgia Plastica». Una collaborazione gratuita che prevede il trasferimento di pazienti che presentano traumi come ad esempio amputazioni, schiacciamenti o lesioni nelle strutture dell’azienda privata. Nello specifico, come si legge nel documento di convenzione, «verranno comunque inviati tutti i pazienti che necessitano di interventi che non possono essere rimandati alla programmazione differibile».

L’Asst legnanese, prima di stipulare questa convenzione, che durerà sino a fine anno, si era rivolta ad altre Asst (come Asst Monza, il Policlinico, l’Asst dei Sette Laghi, Lariana, e anche il Niguarda) per chiedere collaborazione. Richiesta che non ha registrato alcun responso positivo. La maggior parte delle aziende sanitarie in effetti si trovano, come Legnano, in condizioni difficili. È ormai noto che le pressioni sul mondo sanitario in generale si stanno facendo sempre più continue: da una parte aumentano i numeri delle liste di attesa – basti pensare alle visite ambulatoriali con i tempi di attesa che non rispettano mai i 60 giorni canonici (per le ecografie si viaggia su una media di 200 giorni, le colonscopie sfiorano anche i 400 giorni) – dall’altra la Regione Lombardia chiede sforzi ulteriori per poter dare risposte celeri al territorio ed accorciare anche le liste d’attesa in tutti gli ospedali lombardi.

La mole di lavoro ricade sulle spalle del personale sanitario, già provato dai due anni di emergenza sanitaria, così alcuni infermieri e medici decidono di dimettersi: c’è chi trova occupazione in altre strutture e c’è chi cambia letteralmente vita. Una costante emorragia di personale che sta colpendo la sanità pubblica e che preoccupa perchè il sistema, sempre capace di garantire cure di eccellenza, oggi sta barcollando pericolosamente.

Non a caso i sindacati continuano a lanciare allarmi: anche recentemente hanno segnalato che la qualità del lavoro, soprattutto dopo la pandemia, è diminuita. I cittadini, invece, non nascondono le loro preoccupazioni nel vedere il privato prendere spazio a discapito della sanità pubblica. Dubbi e perplessità  espresse anche nei giorni scorsi dalla Cisl pensionati con la richiesta a Regione e  Asst per un maggior confronto, anche per capire quando aprirà la Casa Comunità. La struttura dovrebbe aprire in via Candiani nell’ex Ospedale di Legnano. Tuttavia non si sa quando sarà attivata a tutti gli effetti. Forse l’apertura di un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali, i sindaci interessati e il terzo settore potrebbe portare a soluzioni utili per fronteggiare questa crisi.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Giugno 2022
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