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Cgil Scuola Legnano sul ritorno in classe: «Un azzardo politico voluto dal Governo»

Il commento del sindacalista della Cgil Scuola, Pippo Frisone, sul rientro a scuola e sulla richiesta del sindacato si slittare la didattica in presenza di almeno un paio di settimane

scuola studiare

Riceviamo e pubblichiamo il commento del sindacalista della Cgil Scuola, Pippo Frisone, sul rientro a scuola e sulla richiesta del sindacato si slittare la didattica in presenza di almeno un paio di settimane.


Il 10 gennaio suona la campanella dei rientri in presenza delle lezioni nelle scuole del legnanese anche se qualche istituto ha già riaperto dopo l’Epifania. Con l’ultimo decreto il Governo, resistendo alle pressioni delle Regioni e dei Sindacati che chiedevano uno slittamento di almeno un paio di settimane, scommette e tiene duro sulla ripresa in presenza. A fare la voce grossa questa volta sono scesi in campo gli stessi Dirigenti scolastici sulle cui spalle si scaricano norme e decisioni da prendere, non sempre di facile gestione e comprensione. Non è risultata del resto di grande aiuto la circolare congiunta del ministero della salute e dell’istruzione sulle misure di gestione dei casi Covid positivi in ambito scolastico, applicativa dell’art.4 del decreto del 7 gennaio. La suddivisione nella gestione dei casi d’infezione per ordine di scuola: da 0-6 anni, sospensione dell’attività didattica in presenza per tutta la sezione con un solo caso di contagio, quarantena per 10 giorni e test di uscita con tampone molecolare o antigenico.

Nella primaria con un solo contagio, prosecuzione della didattica in presenza degli alunni della stessa classe che dovranno sottoporsi a test antigenico o molecolare e raccomandazione di mantenere una distanza di 2 mt. in mensa; con 2 contagi l’attività in presenza è sospesa per tutta la classe e sostituita dalla didattica a distanza per 10 giorni di quarantena e test di uscita con tampone molecolare o antigenico con esito negativo. Nella secondaria di 1 e 2 grado con un solo caso di contagio, la classe continua l’attività didattica in presenza con obbligo mascherina FFP2 per 10 giorni, autosorveglianza e consumazione pasti solo se garantita una distanza di 2 metri. Con 2 casi l’attività in presenza è sospesa per i non vaccinati o scaduti oltre 4 mesi e si applica per loro la didattica digitale integrata per 10 giorni di quarantena e test di uscita con tampone molecolare o antigenico con esito negativo. Per gli studenti vaccinati, attività didattica in presenza con obbligo di mascherine FFP2 per almeno 10 giorni, non consumazione pasti a distanza non inferiore a 2 metri e auto-sorveglianza. Con 3 casi di positività nella stessa classe, è sospesa l’attività didattica in presenza e si applica la didattica a distanza per 10 giorni con gli obblighi previsti dalla circolare del Ministero della salute del 30.12.21 sui contatti stretti ad alto rischio. E’ la difficoltà della complessità nella gestione dei casi, cosi differenziati nei diversi ordini di scuola, cosi scarsamente efficaci didatticamente a fare insorgere, dirigenti scolastici, sindacati e ora anche gli studenti che chiedono a gran voce di differire la riapertura. Anche se non sono resi noti i dati ufficiali, si parla di oltre 80mila docenti non presenti a vario titolo il 10 gennaio per non parlare anche delle assenze del personale ATA. Un azzardo politico voluto dal Governo più per una questione d’immagine che per un dato di realtà: cattedre vuote a fronte di banchi vuoti, proprio nel momento più alto dei contagi della nuova variante che colpisce ora gli studenti d’ogni fascia d’età e quelli più piccoli in particolare. Se le previsioni si rivelerassero azzeccate, per il Ministro Bianchi sarebbero un duro colpo che metterebbero in serio dubbio la credibilità non solo del suo ministero ma che inciderebbero sulle sorti del governo e quelle presenti e future dello stesso presidente Draghi

Pippo Frisone
Flcgil Legnano

Redazione
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Pubblicato il 10 Gennaio 2022
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