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“L’unico errore che si può commettere con il defibrillatore è quello di non utilizzarlo”

Mirco Jurinovic, presidente Sessantamilavitedasalvare, interviene con nuove considerazioni sull'utilizzo del defibrillatore salvavita

legnano jurinovich

Dopo la lettera del nostro lettore Franco (qui il testo), intervenuto nel dibattitto sull’utilizzo del defibrillatore salvavita, e che conferma la mancanza di cultura sull’argomento, Mirco Jurinovic, presidente Sessantamilavitedasalvare, interviene con quelle che ritene dovute considerazioni.

L’utilizzo pubblico  del defibrillatore semiautomatico è stato introdotto a Piacenza dal 1998 per contrastare le 60.000 morti cardiache improvvise che avvengono ogni anno. La defibrillazione precoce è, ad oggi, l’unica terapia efficace in grado  interrompere le aritmie maligne che portano, in pochi minuti, il soggetto cardiaco alla morte: sul sito del Ministero della Salute è spiegato che intervenendo entro 5 minuti si garantisce alla vittima del malore il 50% di sopravvivenza  e uno studio fatto da AREU, relativamente agli arresti cardiaci avvenuti negli impianti sportivi dotati di DAE, ha portato la percentuale all’88%. Limitandosi a chiamare i soccorsi ed attendere il loro arrivo la percentuale scende al 5%.
L’utilizzo del DAE è stato recentemente consentito ad ogni cittadino, come già avveniva nel resto d’Europa, dalla legge 116/2021 approvata nell’agosto scorso dopo 13 anni di attesa. La liberalizzazione dell’utilizzo dello strumento è stata possibile proprio in virtù della semplicità e della sicurezza dello strumento: trovandosi in presenza di una persona che ha perso conoscenza e non respira, basta accendere il DAE e applicare due elettrodi adesivi sul torace della vittima. In pochi secondi il software analizza il ritmo cardiaco e DECIDE se sia necessario erogare la scarica salvavita.  Sbagliando a valutare l’assenza di respiro, come nel caso di un banale svenimento, il defibrillatore leggerebbe un ritmo cardiaco valido e non consentirebbe all’operatore di erogare la scarica. Per questa caratteristica l’apparecchio non può in alcun modo arrecare danno al paziente soccorso e l’unico errore che si può commettere è quello di non utilizzarlo.

Mirco Jurinovic

Redazione
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Pubblicato il 30 Dicembre 2021
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