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“Il covid ha ritardato la diagnosi dei tumori, rafforziamo strutture e servizi”

A segnalare la gravità della situazione è il dottor Sergio Fava direttore del dipartimento Oncologico dell'Asst Ovest Milanese. Nella pandemia, ridotti gli screening del 50%

dott Fava

I ritardi diagnostici causati dalla pandemia scoppiata nel 2020 si tradurranno, nei prossimi anni, in un possibile aumento di casi tumorali. A segnalare la gravità della situazione è il dottor Sergio Fava direttore del dipartimento Oncologico dell’Asst Ovest Milanese intervenuto in occasione della giornata mondiale contro il cancro. «Il 2020 caratterizzato dall’emergenza sanitaria ha visto sia una calo del 50% delle attività di screening tumorale che una diminuzione delle diagnosi di tumori – afferma il dottor Fava -. Dobbiamo essere lungimiranti  implementando le strutture, oltre che le risorse umane in ambito oncologico per affrontare al meglio queste conseguenze».

Le attività di oncologia come il day hospital, anche durante i momenti più critici dell’emergenza sanitaria, non hanno subito riduzioni: «Il numero delle prestazioni fornite sono esattamente come quelle del 2019, tra 7 e 8mila. Quindi i servizi dell’hub di Legnano e Magenta non sono diminuiti grazie all’importante lavoro portato avanti da tutto il personale».

Dall’inizio della pandemia ad oggi si sono registrati solo due casi di covid tra i pazienti oncologici. Un dato significativo che evidenza quanto siano stati efficaci le modalità di messa in sicurezza per malati in cura. «Per precauzione, già prima dell’inizio dell’emergenza abbiamo iniziato a garantire il distanziamento anche nelle sale di attesa. È stata una strategia efficace». Durante la prima ondata è stato attivato un servizio di visita in streaming per i pazienti rimasti a casa. Attività che non è stata rinnovata durante la seconda ondata in quanto «la visita in presenza è necessarie e molto importante anche per i rapporti tra medico e malato». Dall’altra parte, la degenza in reparto è stata limitata a causa dell’espansione dei reparti Covid per cui «c’è stata una riduzione dei ricoveri – precisa il dottor Fava -, una limitazione degli interventi chirurgici. Sono stati accolti solo i casi gravi ed è stata garantita una consulenza negli altri reparti».

La speranza è non dover assistere a una terza ondata e quindi recuperare il terreno perduto durante il 2020. «La politica sanitaria dovrebbe investire di più sull’oncologia – commenta il dottor Fava -. Oltre alla criticità causate dalla pandemia bisogna tener conto che il livello di cura oncologica è sempre  migliorato ciò ha comportato ad un aumento di pazienti cronici. È arrivato, quindi, il momento di rafforzare le strutture e i servizi».

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Febbraio 2021
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